Improvvisamente la guerra per salvare l’Occidente non sembra interessare più molto quei Paesi che hanno nella vicenda un ruolo cruciale. Come gli Stati Uniti, con le recenti dichiarazione di McCarthy; la Polonia, che è sempre stata tra i sostenitori più severi di Kiev e anche la più vicina sul territorio, quasi da condividere, sembrava, lo stesso destino. Ma anche i maggiori 5 Paesi in Europa stanno prendendo nuove e inattese misure. Ecco i Paesi che abbandonano l’Ucraina.
Ecco i Paesi che abbandonano L’Ucraina. Cominciamo dalla Polonia
La Polonia volta le spalle a Kiev: lo ha annunciato il suo primo ministro, Mateusz Morawiecki, che in un’intervista ha giustificato l’addio non proprio per una questione da poco: la Polonia non invierà più armi perché deve difendere se stessa, non può difendere anche Kiev. In ballo c’è anche la questione delle importazioni di grano dall’Ucraina, che cesseranno perché per la campagna elettorale è più fruttuoso dare soddisfazione agli agricoltori polacchi. Insomma, riprendendo la grande retorica che da anni ci viene propinata contro la Russia, possiamo sintetizzare dicendo che gli agricoltori polacchi da soli sono più importanti dell’intero Occidente. Non è questo che dovevamo difendere fornendo, tutti, armi all’Ucraina?
Biden rassicura Zelensky: invierà altre armi e finanziamenti, ma i Repubblicani rassicurano Biden del contrario. Gli Stati Uniti si dividono
Praticamente ha detto la stessa cosa McCarthy, speaker della Camera dei Rappresentanti USA: “Non daremo più armi all’Ucraina entro il 2023. Abbiamo i nostri problemi da risolvere”. E quali sono questi problemi impellenti, tanto da rinunciare a salvare l’Occidente dal mostro russo? Uno dei veri intenti potrebbe essere affossare Biden, cioè togliere al Presidente lo scettro di una “guerra giusta”, che per molti cittadini degli Stati Uniti d’America è sempre un argomento per innamorarsi del politico di turno. Insomma, campagna elettorale anche qui.
Zelensky ha commentato rivolgendosi ai senatori degli Stati Uniti: “senza aiuti perderemo la guerra”. Diciamo che più che “aiuti”, oramai parliamo dell’intero arsenale ucraino.
Italia, Francia, Germania e altri in Europa non rinnovano gli aiuti a Kiev
Anche l’Italia e gli altri cinque Paesi europei più grandi, tra cui Francia e Germania, non hanno rinnovato accordi militari con l’Ucraina. Si limitano a inviare le armi già promesse. In effetti la Germania è in recessione per la seconda volta in tre anni, e ha altri problemi da risolvere. Anche la Franci ha i suoi. Niger e Gabon, seppure in maniera diversa tra loro, sono solo gli ultimi due Paesi dove il potere è stato rovesciato con un colpo di Stato. Non solo, ma come raramente è capitato, godono della vicinanza di altri Paesi africani, pronti a tutto se la Francia dovesse continuare ad agitare lo spettro di una guerra. Mentre scriviamo questo articolo, però , apprendiamo che la Francia ritererà i suoi soldati dal territorio; a oggi il ministro Tajani, promuovendo la diplomazia, si è rivelato il più saggio.
A proposito dei recenti colpi di Stato in Africa: non chiamatele bande armate, guerriglia, terroristi. Almeno i ribelli del Niger – da quanto stiamo capendo – sono patrioti che vogliono liberarsi dal colonialismo. Niger e Gabon si aggiungono ai numerosi altri colpi di stato africani, tra i quali ricordiamo il Sudan, il Mali, la Guinea, il Chad il cui territorio è assai rilevante per le migrazioni, il Burkina Faso (addirittura qui un colpo di stato ha espugnato golpisti precedenti). Diciamo che quelli francesi non sono problemi di campagna elettorale, no, ma proprio di sopravvivenza. I figli dei Paesi colonizzati attaccano la Francia dall’interno, mettendo a fuoco e fiamme le strade di Parigi, e dall’esterno, riprendendosi ciò che è loro.
Insomma, c’è la possibilità che in un futuro non molto lontano Zelensky resti col cerino in mano. Succede spesso ai comici che si danno alla politica. E sì che la Russia, stando ai commentatori mainstream, è sempre stata lì lì per cedere. Ma come si spiega? Forse Zelensky tornerà alla professione di un tempo, ammesso che sia ancora in piedi qualche teatro in Ucraina o non si trovi in territori che andranno alla Russia. ©RIPRODUZIONE RISERVATA