Torniamo a parlare di Massoneria e in particolare della recente sentenza del Tribunale ordinario di Roma che porta a nuovi risvolti sul contenzioso tra la Gran Loggia d’Italia degli ALAM e GLDIRS, ovvero la Gran Loggia d’Italia di Rito Scozzese, Obbedienza sorta in questi anni per opera di Massoni fuoriusciti nel 2017. Siamo stati ricevuti dal Gran Maestro della GLDIRS, l’avv. Sergio Ciannella, nella bellissima nuova sede nazionale di Via dei Cimbri, a Napoli. Lo ringraziamo per l’accoglienza e la generosa intervista.
Gran Maestro, parliamo del contenzioso tra Gran Loggia d’Italia degli ALAM e GLDIRS. Intanto un commento a caldo sulla sentenza emessa in questi giorni dal Tribunale ordinario di Roma, a firma del giudice Iannaccone
La sentenza ha per noi un grande valore, prima di tutto morale. Annulla il provvedimento di radiazione che il tribunale massonico organizzato da Antonio Binni (Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia degli ALAM in carica nel 2016/2017, ndr) aveva emesso verso me e un gruppo di Fratelli del Supremo Consiglio. La sentenza annulla questo affronto e riabilita questi Fratelli di lunghissima militanza massonica, persino pluridecennale. I Fratelli che hanno subìto quel trattamento hanno avuto il solo torto di denunciare determinate storture che vedevamo nella GLDI degli ALAM e che non abbiamo tollerato. Per cui con coraggio e determinazione abbiamo portato fuori da palazzo Vitelleschi il Supremo Consiglio, in quanto io ero Gran Priore e avevo i poteri per farlo. Abbiamo sottoposto a procedimento massonico Binni, Luciano Romoli (all’epoca vice di Binni, ndr) e gli altri, che si erano macchiati di una colpa – poi magari ne parleremo, per precisare di che cosa si tratta – e abbiamo avuto due soddisfazioni: la prima è che, con una prima sentenza del Tribunale di Roma, emessa a febbraio 2022, è stata rigettata l’impugnazione che hanno proposto contro la radiazione indetta da noi; la seconda, ed è ciò che sancisce la sentenza di questi giorni, è l’annullamento della radiazione che loro fecero nei nostri confronti. La consideriamo una vittoria della Massoneria, quella Massoneria che non accetta deviazioni, non accetta contaminazioni, non accetta inquinamenti.
Agli inizi del 2017 ci siamo quindi staccati dalla GLDI degli ALAM, come dicevo portando via il Supremo Consiglio. Nel frattempo numerose Logge e Camere del Rito ci hanno seguiti, per cui si è reso necessario costruire una nuova Obbedienza che abbiamo chiamato Gran Loggia d’Italia di Rito Scozzese. L’aver creato un ambiente di lavoro sereno, epurato da certe contaminazioni, ha avuto come conseguenza una nostra crescita che va aumentando nel tempo. Voglio annotare che un po’ in controtendenza rispetto al panorama italiano e non solo, quella di cui parlo è una crescita di prestigio, prima ancora che di numeri – sugli ingressi siamo molto attenti.
Da noi circolano le idee, le informazioni, le notizie. Stiamo diventando un polo attrattivo. Lo dico con soddisfazione, non con orgoglio: mi dispiace che altrove la Massoneria sia maltrattata, gestita male. Il nostro obbiettivo è renderle giustizia.
In riferimento agli attuali dirigenti della GLDI degli ALAM ha parlato di colpa. Vuole spiegarci meglio in cosa consiste, aiutarci a ricostruire i fatti mettendoli in ordine?
Certamente. Dobbiamo tornare al dicembre 2016, e precisamente al giorno 17, quando nella GLDI degli ALAM si celebrava la tornata elettorale per la nomina del Sovrano Gran Maestro e del Vice. Viene riconfermato Antonio Binni e come vice viene eletto Luciano Romoli. Non mi soffermerò sulle modalità adottate per raggiungere questo risultato, mi limiterò a dire che erano metodiche non del tutto ortodosse. Il giorno dopo, come da prassi, si è riunito il Supremo Consiglio per ratificare l’esito delle elezioni e rivedere il suo assetto per quanto riguarda le varie cariche e nomine ulteriori. In apertura siamo stati colti da una notizia sconvolgente. Il Sovrano Gran Maestro ci comunicò di avere espulso Luigi Pruneti, che era stato per due mandati Sovrano Gran Maestro nonché Grande Oratore nel primo mandato di Binni (oggi Gran Maestro dell’OMTI). Eravamo sbigottiti, anche perché non fornì alcuna motivazione di un gesto così brutale. Nei giorni successivi venivamo a conoscenza del fatto che mezz’ora dopo la chiusura del Supremo Consiglio, Binni e Romoli avevano convocato quattro membri effettivi del Supremo Consiglio, loro sodali, per inscenare una riunione del Sacro Collegio (organismo ristretto del Supremo Consiglio, che opera quando il Supremo Consiglio non si può riunire per i più diversi motivi, come nei casi di urgenza). Chiaramente fu un colpo di mano, con il quale nominavano 31 nuovi membri del Supremo Consiglio, 15 effettivi e 16 aggiunti, ovviamente in barba agli Statuti e al Supremo Consiglio stesso, che aveva finito i suoi lavori poco prima. Perché tutto questo? Bisogna sapere che il Supremo Consiglio è la massima istanza all’interno della Comunione, e nel Supremo Consiglio il Sovrano Gran Commendatore ha una posizione paritaria a tutti gli altri membri. E lì Binni ha ricevuto spesso delle contestazioni, delle critiche, delle osservazioni, che ovviamente lui non sopporta. Antonio Binni è il personaggio che poco tempo dopo avrebbe dichiarato alla Commissione Antimafia presieduta da Rosi Bindi che il Gran Maestro è sacro e inviolabile e risponde solo all’Essere Supremo. Testuale.
A quel tempo il Supremo Consiglio si era ridotto a 18 membri. 9 erano quelli che lo contestavano, altri erano piuttosto anziani e neppure frequentavano più con assiduità; quelli rimanenti, un’esigua minoranza, erano a favore di Binni. I nove che lo contestavano, come primo atto, chiesero a Binni di revocare quel provvedimento chiaramente illegittimo. Binni si rifiutò e la scelta che si prospettava per noi allora era questa: rimanere e sopportare questi abusi – il che era difficile anche solo da pensare, si tenga conto che per noi in Massoneria l’etica è la prima cosa, senza la quale non si può andare avanti; andare via, oppure, essendo io Gran Priore, cioè la terza carica più importante dopo le due di Sovrano Gran Commendatore e Luogotenente, potevamo continuare a far vivere il Supremo Consiglio prendendone noi il governo e sottoponendo a processo massonico Binni e gli altri. Così abbiamo fatto. Prima li abbiamo sospesi, poi radiati, con sentenza del 20 aprile 2017. Successivamente anche Binni ci faceva radiare nel 2018.
Questa è la vicenda. Se agli occhi dei Profani potrebbe non sembrare una cosa particolarmente grave, per il buon comportamento massonico è di una gravità inaudita, perché lede i principi democratici, i diritti degli associati, esalta il protagonismo al posto del confronto. Il fatto che poi sia stato attuato dai vertici vuol dire dichiarare di aver perso la bussola. In questo modo la Massoneria non ha più la direzione che dovrebbe seguire.
Da allora sono trascorsi sei anni di vita massonica assai serena, con la fondazione della Gran Loggia d’Italia di Rito Scozzese resa possibile da una patente rilasciata dal Supremo Consiglio e dall’apporto di molti Fratelli e Sorelle che si sono uniti in quanto indignati dell’accaduto. Con queste sentenze, sebbene non definitive, siamo reintegrati in quella realtà e abbiamo ora il diritto di parlare come soci. Il processo è ancora aperto e vedremo quali saranno gli sviluppi. Certo ora loro devono dare conto del loro comportamento dal 2016 in avanti. La poltrona di Romoli come Gran Maestro trema, perché possiamo far valere la sua espulsione. E poi c’è l’aspetto patrimoniale dell’Obbedienza, che non è indifferente. Parliamo di un patrimonio di molti, molti milioni tra Palazzo Vitelleschi e varie altre sedi sparse in tutta Italia. Parliamo di un bilancio di circa due milioni all’anno. Per loro sicuramente non è un bel periodo. Finché resteranno loro al governo, certo noi non apriremo alcun dialogo. Se poi dovessero cedere e dare le consegne, allora si potrebbe aprire una prospettiva nuova.
Sulla base della sentenza li abbiamo interpellati per sapere entro sette giorni se intendessero dare le consegne. Hanno risposto di non essere intenzionati. Stando così le cose prenderemo provvedimenti per rendere operative queste due sentenze, con lo scopo, principale, di mettere uno stop a questa gestione dichiarata illegittima.
Se riusciste a riprendere il vostro posto legittimo nella governance della GLDI degli ALAM, rientrereste effettivamente? Glielo domando, Gran Maestro, perché in questi sei anni la nuova Gran Loggia da voi fondata ha assunto una certa fisionomia e come lei diceva, un certo prestigio. Che fine farebbe? Verrebbe assorbita nella “nuova” GLDI degli ALAM?
È difficile rispondere a questa domanda. Ormai siamo affezionati a questa creatura che ha vita propria e funziona molto bene, la Gran Loggia d’Italia di Rito Scozzese, ma la nostra prospettiva è anche rifondare la Gran Loggia d’Italia degli ALAM. Abbiamo molti Fratelli e Sorelle che sono ancora lì e non sapevano nulla di tutta questa storia e sono in attesa di cambiamenti. Al di là di queste mie considerazioni, come Gran Maestro io rimetto la questione al parere della nostra Assemblea. Se si arriverà a ciò, si dovrà tenere conto del parere tanto dei Fratelli della GLDIRS quanto quello dei Fratelli della GLDI degli ALAM. Intanto, una volta tolti questi vertici inappropriati, qualunque decisione si potrà prendere in fraternità e in piena armonia. Non escludo neppure che domani possano esistere due Obbedienze sotto lo stesso cappello del Rito Scozzese Antico e Accettato.
Da quello che si percepisce da fuori, i Fratelli della GLDIRS ripongono molta fiducia in lei. Lei è un Gran Maestro rispettato, che dà sicurezza e rasserena allo stesso tempo, non dimentichiamo che è anche un noto avvocato, il che aiuta e fornisce tutta la chiarezza necessaria in queste fasi processuali. Allora le domando quali sono gli umori dei Fratelli, ovvero, in quali direzioni esercitano la loro fiducia: sono in mera attesa dei risvolti processuali oppure ravvede un fermento in atto a seguito delle sentenze?
Domanda molto interessante. Cioè vuole sapere non solo se i Fratelli partecipano al destino della nuova Obbedienza ma anche la qualità della loro partecipazione. Molto bene. Per quanto possiamo aver gioito alla notizia della sentenza, certamente c’è stato un primo momento di disorientamento. Allora la mia prima preoccupazione è stata quella di dire: Fratelli, stiamo al nostro posto, continuiamo a lavorare in modo solerte e in letizia, non ci lasciamo distrarre da quanto sta accadendo. Tutto ciò che si può fare sarà fatto, ora però cerchiamo di tacitare il nostro animo e facciamo in modo di non essere turbati, seppure positivamente!
Come commenta quanto dicono certi Massoni che si ritengono dei puristi quando affermano che i problemi massonici dovrebbero essere risolti dai Tribunali interni e non in quelli della Repubblica?
I Tribunali massonici rientrano in quella che noi operatori del Diritto chiamiamo “Giustizia domestica”, cioè che si fa in casa, e non so quanto possa essere garantista dei diritti dei cittadini – dipende dalla qualità morale degli “abitanti della casa”. Quindi metterei al di sopra i Tribunali della Repubblica, per l’equilibrio che ci si aspetta da loro, perché sono guidati da ragionamenti di chi è sopra le parti. Ritengo che la giustizia dello Stato sia più affidabile. E poi si tratta di diritti che non hanno a che fare con questioni esoteriche o iniziatiche. Quando dei Massoni si rimettono al giudizio di un Tribunale dello Stato lo fanno per motivi pratici, patrimoniali, o associativi – vedi proprio il nostro caso: un Fratello che venisse espulso ingiustamente a chi dovrebbe rivolgersi? Se a metterti alla porta sono proprio coloro che devono eseguire il processo, cosa fai? Capisco certe preoccupazioni, anche perché noi siamo molto portati all’iniziaticità, all’esoterismo, alla sacralità del lavoro massonico, ma bisogna affrontare le cose per come sono realmente e non solo nell’idealità, cioè capire la natura del problema che si vuole risolvere. Per ogni problema c’è la sua sede per affrontarlo. Le dirò di più. Sono convinto che il patrimonio iniziatico si conservi anche guardando oltre il Tempio, sia per quanto riguarda i Tribunali sia qualunque altro aspetto. È anzi doveroso che sia così! Doveroso per un Massone. E non penso che questo guardare oltre sia a detrimento del piano iniziatico. Dipende da noi. Dobbiamo avere l’agilità per transitare da un piano all’altro, iniziatico e profano. Bisogna avere un dialogo con la società. Anche un Tribunale è un luogo del confronto nella società. È precisamente massonica quella visione della vita in cui non solo ci sia giustizia ma sia evidente in tutte le sedi che la attestano. Se noi ci proiettiamo nella società, traghettando però i nostri valori, non facciamo altro che il nostro dovere. Altrimenti torniamo al paradosso Binni, il quale appunto sostiene che il Gran Maestro abbia pieni poteri, quando invece non puoi sottrarti al giudizio degli altri. È chiaro che il Gran Maestro è una figura che deve avere solennità e rispetto, ma sono gli altri a darteli, a riconoscerli, se ritengono di poterlo fare. Se macchi l’onorabilità di una carica come quella Gran Maestro, allora crolla tutto.
Su quali presupposti iniziatici si fonda la Gran Loggia d’Italia di Rito Scozzese?
Su due elementi: etica e iniziaticità. Non dico nulla di nuovo rispetto alla Tradizione, però noi abbiamo ripreso l’etica, di cui non sentivo parlare in Gran Loggia d’Italia degli ALAM. Noi consideriamo quello etico il fondamento della GLDIRS, che in conseguenza è un ambiente in cui i Fratelli e le Sorelle sono rispettati, sono rispettate le norme, le regole, c’è un ambiente affettuoso, gradevole, che si frequenta veramente con piacere. Recentemente alcuni Fratelli che si sono uniti a noi ci dicono che siamo un’isola felice. Questa è la nostra soddisfazione: il fatto che la correttezza e l’impegno siano evidenti, parlino da soli. Un centinaio di Fratelli della Calabria sono entrati a far parte della nostra Comunione a seguito di un tam tam che si è innescato. Finalmente – dicono – tornano a respirare. Ne siamo felici, ma non facciamo altro che rispettare gli Statuti, i Regolamenti e i Rituali. Noi abbiamo una piramide che funziona. C’è una circolazione adeguata e continua tra il vertice e la base. Vede, il 17 giugno abbiamo festeggiato il Solstizio d’Estate, lo abbiamo fatto a Cosenza, e ci sono stati momenti devo dire da brividi. Si è avvertita una tale comunione, una tale Fratellanza, che ci ha elevati. Se si riesce a riprodurre nelle nostre Logge e nelle riunioni allargate questa atmosfera, abbiamo fatto il nostro dovere. Noi non vogliamo più vivere quella sensazione che provavamo a certe Tornate elettorali dove ci sembrava di avere un cappio al collo…
Poter creare queste piacevoli atmosfere immagino richieda la partecipazione e il contributo di tutti, dal Gran Maestro all’Apprendista, ma certamente hanno una responsabilità oggettiva gli Alti Gradi, le giunte esecutive, i Collegi eccetera, sia come Fratelli più esperti e quindi custodi della Tradizione che trasmettono, sia come responsabili in prima persona dell’Organizzazione. E qui si apre una questione che riguarda l’intero Paese e forse anche la Massoneria, ovvero se la classe dirigente abbia le qualità necessarie per dirigere. Ce lo chiediamo spesso sulla classe politica, e in Massoneria? Chi ha le abilità e le conoscenze per essere un leader?
Devo dare atto ai Fratelli e le Sorelle che hanno fondato con molto coraggio la nostra Gran Loggia. La nostra realtà funziona perché è quel coraggio a muoverla. Sono loro la nostra classe dirigente. Rinunciare alla situazione in cui si trovavano, che ricordiamolo, o mettiamolo in chiaro, era anche una condizione affettiva, non è una cosa da poco. Spesso una situazione in cui siamo immersi da molto tempo diventa per noi una comfort zone, anche quando gravi problemi ne minano la salute e la stabilità. Lei consideri che ho 50 anni di Massoneria alle spalle. La GLDI degli ALAM era la mia casa, la mia famiglia, e lo stesso vale per i FF e le SS fondatori della GLDIRS. Se siamo andati via è perché ce lo ha dettato la coscienza. Abbiamo dovuto farlo. E mi creda, non è stato per nulla facile. Le parlo di Fratelli e Sorelle che avevano tutto da perdere. Voglio dirlo chiaramente.
Ecco Gran Maestro, sentendola parlare, e ascoltando molti Massoni che stiamo incontrando in questi mesi (alcuni, provenienti dalla GLDI degli ALAM ci parlano di questa vicenda con le lacrime agli occhi, ancora oggi) ci pare di capire il grado affettivo, emozionale, la partecipazione interiore con cui chi bene ha compreso il messaggio iniziatico può arrivare a nutrire per il Cammino massonico. Allora questa vostra esperienza di distacco, che sul piano psicologico si può certamente accostare a un lutto, ci può fornire un’inedita visione proprio di come gli strumenti simbolici e rituali possano essere utili a superare le difficoltà più gravi. Se è d’accordo con questa premessa, le va di raccontarci come si fa a trovare il coraggio per pensare di fare un nuovo progetto di vita?
Io credo che un coraggio di questa portata possa trovarlo chi ha una visione dell’ideale massonico, allora riesce anche a superare il trauma del distacco dai Fratelli. La Fratellanza è fondamentale in Massoneria, ma non è tutto. La Massoneria è principalmente un percorso individuale di evoluzione. Se si ha questa visione della Massoneria come ideale di nostro progresso, e abbiamo ciascuno, dentro di sé, come obbiettivo dell’Iniziato quello di poter percorrere quel Cammino, allora si deve affrontare anche il dolore di lasciare alcuni Fratelli. Affrontare il dolore ed elaborarlo, perché è predominante la necessità di comportarci da Iniziati.
Gran Maestro, si parla spesso, in ambito massonico, della frammentazione della Massoneria. Il nascere di nuove Obbedienze sembrerebbe sempre riconducibile al fatto che ognuno vuole coltivarsi il proprio orticello, essere a capo di qualcosa, insomma non si lavorerebbe mai abbastanza per “riunire ciò che è sparso”. Ma qui c’è un motivo concreto, reale, nobile per abbandonare un’Obbedienza e crearne un’altra. C’è questa necessità di ubbidire alla propria coscienza e poter continuare il cammino con la serenità necessaria. Anche qui, sul piano psicologico, è quanto prima o poi avviene di capire a tutti noi: una storia d’amore che finisce deve essere superata, è impensabile stare insieme per forza se non ci sono le condizioni.
Guardi, io vado persino oltre. Queste scissioni, frammentazioni, a seconda di come vogliamo chiamarle, non sono neanche un fattore negativo: sono un tentativo di miglioramento. Lasciamo stare ora le beghe tra Ciannella, Romoli, Binni, mettiamo da parte il contenzioso tra Gran Loggia d’Italia degli ALAM e GLDIRS. Nella storia della Massoneria è stato un continuo. Ma perché? Certo alcuni Massoni lo avranno fatto per tornaconto personale, ma spesso Massoni in buona fede hanno tentato di dare vita a “isole felici” laddove non sembrava più possibile trovarne. Effettivamente hanno agito perché credevano si potesse fare una Massoneria diversa. Credevano ci fosse una fiammella che andava custodita e che si stava spegnendo nella realtà precedente. Ecco allora che la frammentazione potrebbe essere un valore aggiunto. Ed ecco perché ho cambiato mentalità anche sull’apertura, nell’accogliere Fratelli e Sorelle di altre Obbedienze. Io stimo e apprezzo ogni formazione massonica degna, grande o piccola. Certo, parliamo di strutture massoniche reali, con una storia e un’origine verificabili, ovviamente. Oggi abbiamo rapporti con tante altre realtà.
Le voglio dire una cosa. In GLDI c’era un atteggiamento psicologico strano e alquanto presuntuoso. Rimarcando il fatto che era la seconda realtà massonica d’Italia, molti al suo interno guardavano alle altre realtà minori (minori numericamente) con sguardo sprezzante. La nostra vicenda, che ci ha visto fuoriuscire, dover trovare una sede, risolvere insomma problemi anche pratici, ci ha messo in contatto con strutture massoniche che hanno dimostrato una Fratellanza notevole. Tutta la costellazione di più o meno piccole logge, Ordini e Obbedienze, che rientrano solo retoricamente nel quadro della “frammentarietà” funzionano molto bene e fanno rete. È una realtà relazionale importante da cui ho imparato molto. Bisogna studiarlo bene l’ambiente massonico italiano. Merita maggiore rispetto.
I numeri da soli non sono mai un criterio di qualità – almeno, non dovrebbero esserlo se bene intendiamo il Cammino iniziatico. Tuttavia, ci pare, crescere di numero deve essere entusiasmante per un’Obbedienza perché significa poter condividere, confrontarsi maggiormente, moltiplicare la Fratellanza, quindi il bene che ci si vuole e portare di più certi valori nel mondo. Quali sono a oggi i numeri della GLDIRS?
La fondazione della GLDIRS è avvenuta con circa cento tra Fratelli e Sorelle. Presto siamo diventati 300, quotizzanti e attivi. Con questa quantità siamo stati ammessi al CLIPSAS proprio di recente. Ora siamo vicini ai 400 con l’ingresso dei Fratelli provenienti dalla Calabria, come le dicevo, e altri accordi sono in divenire. Un’accelerazione improvvisa mi preoccupa anche un po’, bisogna crescere in maniera armonica, organica ed elastica.
Quali sono i rapporti di amicizia o di reciproco riconoscimento che avete con altre strutture massoniche?
Ne abbiamo diversi. Mi chiedono spesso di firmare trattati di reciproco riconoscimento in Italia, ma per me non ha senso. Il reciproco riconoscimento si fa con Obbedienze estere. Mentre i rapporti di amicizia sì, ne abbiamo diversi all’attivo. Tra le Obbedienze e Ordini italiani, l’abbiamo con la Federazione italiana del Droit Humain, con il S.O.M.I., con la Serenissima Gran Loggia Nazionale Italiana, con Academia. Recentemente la Gran Loggia Mista di Turchia è entrata a lavorare con il nostro Rito Scozzese, abbiamo rapporti reciproci con la Gran Loggia di Croazia, abbiamo fatto gemellaggi con Logge del Grande Oriente di Francia e altri accordi sono in fase di studio.
Qual è lo stato di salute della Massoneria oggi?
Non gode di buona salute, sia a livello internazionale che in Italia. In Italia soprattutto. Proprio perché si sono introdotte delle mentalità che io definisco “politiche”. Ciò che abbiamo contestato in GLDI degli ALAM, infatti, aveva un sapore politico. Sembravano i giochetti dei partiti. Tuttavia c’è una grande energia di base, soprattutto per quanto riguarda la parte giovanile, che potrebbe fare tantissimo. Quindi sono ottimista nel pensare che si possa ritrovare unità e forza, lavorando però con grande serietà e a patto che si mettano insieme le forze sane della Massoneria. Un’esperienza importante in tal senso, perché ci ha fornito una metodologia, e può essere sicuramente ripresa e portata avanti, è stata la creazione a suo tempo della Conferenza Permanente della Massoneria Italiana, con le firme della GLDIRS, del Droit Humain, del SOMI e della Serenissima Gran Loggia Nazionale Italiana. Il nostro obbiettivo è trovare momenti di aggregazione e nuova forza. La Massoneria secondo me è a un bivio: se continuerà ad adottare le metodiche utilizzate finora dalle Obbedienze più grandi, è destinata all’estinzione; se invece si riesce a tirar fuori quella passione che ci ha contraddistinto per tanto tempo, quello spirito, quell’energia, quel fuoco, che è poi il fuoco iniziatico, è il fuoco sacro, e lo si propaga e lo si accresce tramite l’aggregazione che auspico, allora potrà tornare ad affermare qualcosa di importante.
Ci pare di capire che al momento i Massoni più capaci sono più impegnati a salvaguardare la Massoneria che non a fare nel mondo tutto ciò che con la Massoneria sarebbe un miglioramento collettivo
È esattamente così, con qualche felice passo avanti che riusciamo a fare nonostante tutto. Certo dobbiamo lavorare sempre meglio, ma appunto, con maggiore aggregazione tra noi. I Massoni hanno bisogno di un ambiente asettico in cui lavorare, come un laboratorio. Se entrano germi e batteri, salta tutto il lavoro. Lo ripeto, mettiamo insieme le forze sane. ©RIPRODUZIONE RISERVATA