Fascismo forma di satanismo politico
Orbe imperiale | fonte web

Il fascismo, una forma di satanismo politico

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Ciò che rappresenta, alla destra del panorama storico degli schieramenti politici, il conservatorismo, ha alla sua destra – come destra della destra, quindi – la cristallizzazione in ambito metafisico del diritto di preda, di dominio e di prepotere sacralizzato di un’aristocrazia antisociale, intesa come classe pura e incontaminata, la cui appartenenza è trasmissibile solo per via di sangue e che ha quindi nel razzismo la sua dottrina fondamentale.

I tentativi di incrocio e innesto fra questo reazionarismo occultistico e il puro e semplice conservatorismo politico sono stati, negli ultimi due secoli, talmente frequenti che reputo superfluo ripercorrerne qui l’excursus; al meglio posso rimandare a due lavori di segno molto differente come Il secolo breve di E. J. Hobsbawm e Cavalcare la tigre, una raccolta di articoli e saggi del sedicente barone Julius Evola.

È pure indubbio che nella totalità dei casi questi tentativi di connubio si siano risolti regolarmente in divorzio; ciò è dipeso evidentemente dal pentimento dei conservatori i quali, politicamente più moderati, aspirando più banalmente ad una società classista secondo il tradizionale schema dell’accumulazione capitalistica, non potevano sopportare troppo a lungo il fanatismo luciferiano della “destra profonda”, quindi finivano regolarmente per esserne inorriditi e desiderarne l’allontanamento.

Non sono peraltro mancati altri oscuri paradossi: il conservatorismo moderno è una posizione politica – tutto sommato – intrecciata strettamente alla costruzione della società industriale; dunque la sua origine non la si può datare in epoche precedenti alle rivoluzioni americana, industriale e francese, cioè all’ultimo quarto del XVIII secolo. La “destra profonda”, ultrareazionaria e razzista, ha origine come forma politica solo con i fascismi degli anni Venti e Trenta del XX secolo; eppure risale ad un sistema valoriale assai più antico, ad un piano irrazionalistico e a-storico, ad un passato nebulosamente mitico e leggendario, ma sicuramente databile perlomeno agli inizi dell’impero medievale.

Osservando questo soggetto nel suo complesso e secondo queste caratteristiche, ho avuto la sensazione di trovarmi di fronte ad una specie di stella doppia, cioè due astri obbligati dalle leggi della fisica a ruotare intorno a un comune centro di massa, del tutto invisibile agli strumenti.

Come puoi vedere, non intendo lasciare la questione nel vago. Tu ora sai non tanto chi, ma da quale parte ti devi attendere storie come quella del mite violento, del perseguitato che assurge al rango di giustiziere, e da dove provengano bizzarre teorie come quella dell’underdog, dell’ospite indesiderato.

Guarda cioè alla tua destra, o a chi intorno a te ti sembri verosimilmente seguace di ideologie ultraconservatrici e questo, in modo particolare, dopo che proprio i lavori di Drieu La Rochelle in campo romanzesco (Fuoco fatuo) e la notevole produzione di Evola (ma in special modo i Saggi sull’idealismo magico) hanno declinato il tradizionalismo radicale come una specie di aspirazione luciferiana.

Capisco che questa disamina, se spinta troppo oltre, possa portarci o a molte imprecisioni e fraintendimenti. Tuttavia non vanno dimenticati anche altri aspetti importanti. Sempre sul piano ideologico – perché le ideologie sono la sintesi popolare di dottrine ben più profonde e antiche – è doveroso citare la condanna mariana del materialismo storico e, più nello specifico, del regime bolscevico.

La rivelazione fatta a Madre Lucia de Los Santos a Fatima, noto come Secondo Segreto, afferma:

Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Per impedirla, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa.

Dal momento che l’apparizione e i prodigi del 1917 a Fatima sono l’evento sovrannaturale che più di ogni altro ha ricevuto l’imprimatur della massima autorità cattolica, non è in alcun modo possibile – da quel lato, ossia dal lato della devozione religiosa e della sua ben contraddistinta corrente di energia fluidica – non ritenere il comunismo condannato, proscritto ed estremamente pericoloso, per la stessa sopravvivenza della Chiesa e del mondo. Il mondo sacralizzato dell’impero sempiterno, quello simboleggiato dalla sfera sormontata da una preziosa croce nel Sacro Romano Impero, l’altrimenti detto orbe terracqueo, trova nel materialismo filosofico e politico la recisa negazione dell’anima e di Dio; peraltro un suo eventuale trionfo avrebbe significato certamente il martirio degli ecclesiastici e dei laici devoti, l’agonia della fede, l’estinzione della Chiesa e, come conseguenza estrema, la fine del mondo.

È logico che, con simili premesse, il primato di vero e certo persecutore di tutte le Chiese vada assegnato nel secolo XX all’ Unione Sovietica, l’impero comunista o, come lo definì nei primi anni Ottanta il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan, l’“impero del male”.

Tutto questo avrebbe dovuto essere ovvio e nel 1917, all’epoca della celebre profezia, risaputo e condiviso da tutti i cristiani, se non fosse apparsa una Bestia se possibile ancora peggiore sullo sfondo già rosso sangue del “secolo breve”: il regime nazista di Adolf  Hitler, le cui vittime ebraiche e non ebraiche – inclusi i prigionieri sovietici internati nel corso dell’offensiva germanica contro l’URSS – macchiatisi del delitto di appartenenza a razze inferiori, ben lungi dalla cifra convenzionale di sei milioni, secondo più recenti stime ammonterebbero ad un totale fra i quindici e i venti milioni.

Sulla scorta di queste considerazioni, vengo al punto che interessa maggiormente il nostro discorso. In primo luogo non sembra dubitabile che il secolo appena trascorso abbia visto comparire, sulla scena della Storia, l’anticristo profetizzato da Giovanni di Patmos; in secondo, che tale apparizione, contrariamente a quanto annunciato dalla profezia, non ha portato alla fine dei tempi e, almeno fino a questo momento, alla seconda venuta, in Ispirito e Corpo Celeste, del Messia; e infine che la palma di anticristo, che nel 1917 per diretta intercessione della Madonna avrebbe dovuto andare al capo dell’Unione Sovietica, in realtà è stata rimeritata, per l’indicibile orrore da lui suscitato, dal Führer Adolf Hitler.

Pubblicamente, quindi nella dimensione politica, anche Hitler si riprometteva di combattere la Russia bolscevica atea e materialista, quasi volesse diventare il campione della fede cristiana al pari di un imperatore della medievale dinastia germanica degli Ottoni. Con questa operazione “ideologica” gli riuscì, per qualche tempo, di trarre in inganno lo stesso pontefice Pio XII, che fino ai primi anni della seconda guerra mondiale non gli fu oppositore strenuo.

Anche dopo la fine della guerra attraverso il Vaticano si materializzò un canale di fuga ed espatrio per quei responsabili nazisti che, a quel punto, erano ritenuti universalmente – cioè nel mondo nuovo degli alleati, vincitori del conflitto – dei criminali di guerra e responsabili di stragi. Per queste vie di fuga che presero il nome di “ratlines” (vie dei topi) fu particolarmente attivo l’arcivescovo austriaco Alois Hundal, Rettore del Collegium Germanicum di Roma e capo dei cattolici tedeschi residenti a Roma.

Fu con tutta probabilità in quel momento che la dottrina dell’estrema destra venne a permearsi di una tendenza nichilista e negatrice.

Compatibile fino a quel momento con una visione della società fra le altre, certo più aggressiva ma sostanzialmente non troppo dissimile da quella liberale o da quella democratica; e inoltre, proprio in virtù della sua normale coesistenza con differenti tendenze sociali e politiche, con un vistoso vantaggio sulla dottrina comunista, dimostratasi già da tempo incompatibile con le confessioni religiose di ogni genere, la destra radicale o fascista – dopo la disfatta militare e la rovina dei regimi che era pur riuscita a costruire in Italia, Germania, Giappone, Spagna e Ungheria – subì una profonda trasformazione che, a mio modesto avviso, gli storici accademici non hanno indagato a dovere.

Il fascismo, la destra della destra, si predispose a passare nella clandestinità ma, soprattutto, cercò di cambiare di piano,conformemente ai suoi presupposti metafisici e al suo concetto, centrale, di trasfigurazione della società ordinaria in società organica. Non è per caso che era stato proprio uno dei principali gerarchi del nazionalsocialismo, Heinrich Himmler, a riesumare e far rivivere i rituali del Tribunale della sei-settecentesca Santa Vehme nella sua creatura, le SS.

In poche parole, la destra della destra passò in questo cruciale periodo dalla parte sinistra dell’ Essere, e di conseguenza assunse, ne fosse o no consapevole, pose di sprezzante scetticismo nei confronti degli Stati che andavano sorgendo sulle sue ceneri, delle democrazie parlamentari occidentali ed atlantiste ben inquadrate, ora, in un’alleanza politico-militare con l’America; e successivamente si riconobbe in una bildung – che non ha più cessato di riproporre e perpetuare – caratterizzata da un’estetica funerea, da una pratica criminale diffusa che non disdegnava il ricorso al delitto di strage, e più in generale dalla costruzione attentamente “coperta” di una società inversa. Inoltre si è sempre proposta il rovesciamento degli ordinamenti democratici, nel momento in cui questi si fossero rivelati abbastanza deboli ed attaccabili dalla tabe eversiva.

Insomma, i movimenti e i gruppi che si ispirarono a questa resistenza clandestina antidemocratica assunsero come principio esplicito/implicito la massima trasmessa da Helena Petrovna Blavatsky: Daemon est deus inversus. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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