La Slegatura di Maura Baldini

‘La slegatura’. Il felice debutto in poesia di Maura Baldini

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Non un libro ‘assemblato’ e gettato come tanti in libreria ma una «promettente opera d’esordio»

Arriva a noi con una grazia antica l’esordio di Maura Baldini, vincitrice con questa sua opera prima del III posto ex-aequo al premio Pietro Carrera per la silloge inedita del 2022. Il Carrera è un premio davvero interessante, promosso dall’Accademia Internazionale Il Convivio in collaborazione con Il Convivio Editore, che dalla sua prima edizione si è distinto nell’impegno ad accompagnare alla pubblicazione anche esordienti meritevoli. C’è da dire che nell’esubero di proposte che prendono d’assedio l’editoria nazionale il lettore attento, estimatore di versi e prosa, è quasi costretto a provare un certo timore di fronte a un debutto, sia che si tratti di poesia che di narrativa. Questo timore deriva sicuramente dal fatto che si conserva sempre una speranza alta per ogni libro e, soprattutto, per ogni esordio e spesso questa speranza viene puntualmente disattesa dalla faciloneria con la quale i libri, oggigiorno, sono sempre più “assemblati” e “lanciati” nelle librerie. È naturale che, vista la grande quantità di proposta e l’altrettanto grande quantità di pubblicazioni,  la delusione diventi quasi una prassi. Ma nel caso de La slegatura, mi permetto di invitare a deporre il dubbio e lasciarsi piacevolmente sorprendere da un libro che – cito dall’attenta prefazione di Antonio Bux – è una «promettente opera d’esordio».

La Slegatura di Maura Baldini: quando la poesia è prima di tutto arte dell’attesa

La Slegatura di Maura Baldini
Maura Baldini, autrice della silloge poetica “La Slegatura” | photo credit © Baldini | L’Altro

Maura Baldini, poetessa nata in Italia e residente all’estero, dimostra, attraverso il suo modo di raccontarsi in poesia, di aver saputo coltivare e valorizzare la difficile e nobile arte dell’attesa. Da lei, leggendola, si ha la possibilità di imparare ad alimentare il verso rendendolo l’unico veicolo possibile a esprimere uno stato d’animo che si rivela, nel completamento della poesia, conforto e presenza. L’autrice non ha inciampato nell’errore della fretta che, in molte opere si vive purtroppo come una caduta nell’orrore, ma si è presentata anche al giudizio con un bagaglio culturale, una “cassetta degli attrezzi” ben fornita, con al suo interno ogni strumento attraverso il quale ha beneficiato dell’approfondimento della materia poetica. Viene davvero naturale pensare al percorso della Baldini come a un campo sconfinato, dove, sempre con paziente passione, ha seminato letture e prove di scrittura, poeti e versi, e niente si è mosso prima che il Poeta fosse fiorito in lei.

I quattro elementi di Maura Baldini, ma al posto dell’aria è l’ombra

Di ombre e di corpi è fatta la mappa che compila La slegatura, di attimi eterni è composto il viaggio tra le quattro sezioni del libro: Ombra, Terra, Fuoco, Acqua, all’interno della quali, sempre dalla nota di Antonio Bux, troviamo

poche parole ossessionanti (come ombra, corpo, o Dio, qui interpretato maiuscolo nella sua accezione monoteistica ma nella silloge c’è anche il dio più panteistico o, se vogliamo, quella divinità intrinseca nello stesso essere umano) determinano una scansione sincopata e metodica che non è mai in eccesso, anzi, dalla sua eversione, apparentemente in negativo, evidenzia una riflessione polimorfica sulla vita e sul pensiero metafisico e liturgico che nella vita di un essere pensante attraversa tutta una fase di sentimenti ed epifanie contrastanti.

Una poesia della lettura e rilettura necessaria e quindi: silenzio, attenzione, meditazione e ritorno. Non è mai in eccesso, questa poesia dall’infinito ritorno, che va a comporre le pagine de La slegatura, titolo meraviglioso nel suo essere sostantivo femminile in bilico tra l’asportazione/scioglimento di legami e l’assenza di connessione logica/di coerenza. E in questo tecnicismo grammaticale possiamo anche incontrare la Natura della Poesia, sempre se siamo capaci di cogliere certi messaggi che dialogano prettamente con l’interiorità, con l’anima, con tutto quello che è altro rispetto alle fatiche della vita quotidiana. E qui mi viene necessario fare una digressione su Antonio Bux, coinvolto dalla prefazione, che merita un commento perché, grazie alla sua poesia, diventa facile comprendere la differenza tra vita ed esistenza. Bux, finissimo poeta dalla vasta opera nonostante sia passato appena un decennio dal suo debutto, è anche un attento direttore editoriale. Tre le collana da lui dirette: Sottotraccia per Marco Saya Edizioni, dedicata principalmente agli esordienti, L’anello di Möbius per RPLibri declinata alla sperimentazione e alla ricerca e, infine, Le mancuspie per Graphe.it, forse la più ambiziosa nell’intenzione di pubblicare «monografie inedite e antologie di autori già largamente consolidati, ma anche rari repêchage che riproporranno testi di assoluto valore ormai fuori commercio da tempo». Antonio Bux ha subito abbracciato con parole importanti l’opera di Maura Baldini, perché, immagino, si sia riconosciuto in una parte di essa. E non ha esitato ad affiancare un libro per lettori attenti, abituati ad andare un poco oltre la vetrina della libreria, capaci quindi di immergersi e muoversi nelle acque profonde della Poesia. Il nome di Bux è un riferimento importante e il fatto che il suo nome accompagni l’esordio di Maura Baldini conferma La slegatura come un’opera alta e un felice debutto in poesia destinato a tracciare il primo passo di un importante lavoro per l’anima che questa poetessa andrà sicuramente a comporre nel tempo.

Un mattino ho teso la mano,
i chiodi hanno ripreso a cadere.
Dall’olmo al campanile una corda tutta tesa
in testa a chi ghigna profetizzando il cadere.

Rifaccio lo sguardo nel cielo
che scommette miracoli in terra.
Il rischio è una lama senza mani,
una rima fra coriandoli e intero,
è gettare una bottiglia al muro
e indovinare il rumore che fa.

Ma cosa resta da fare
se il dolore ha dato un ritmo alla via,
e negato il riscatto sul finire?
Non troverò l’oblio nel Lete
per scegliere di vivere ancora:
acqua non significa scordare
ma rinascere attorno al Tempo.

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