la storia si ripete

Riunioni di volpi e stragi di galline. Da Sallustio a McLuhan il potere si ripete, ma anche la nostra lotta

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Accettando l’alto rischio di inciampare nel luogo comune o passare per cialtrone, propongo una riflessione molto generale sui tanti cambiamenti imposti che sono andati e vanno ancora a comporre la nostra società. Siamo davvero sicuri che tutto sia pensato e applicato per il nostro bene? Nonostante ogni essere umano sia da considerarsi un microcosmo nel quale le tante evoluzioni (esteriori ma anche interiori) della sua vita sono comunque circoscritte e limitate, ingenuo sarebbe non considerare che lo stesso essere umano sia suo malgrado governato da leggi che giungono da una realtà molto più grande e, spesso, invisibile. Questo macrocosmo, determinate per il futuro di ogni individuo, è individuabile nella sua forma pratica – evitando di scomodare/sconfinare in tutto ciò che riguarda la spiritualità, che qui non è volutamente contemplata – in due situazioni, che poi altro non sono che due correnti: l’economia e la politica. Entrambe pianificate e realizzate da esseri umani, dove la seconda, spesso e purtroppo, si inchina al servizio della prima. Il tutto perché è inevitabile che gli interessi economici su larga scala siano l’ambito punto d’arrivo di una élite che sceglie sapientemente di restare silente sullo sfondo. Questo restare nell’ombra lo possiamo definire come una “riunione di volpi”. Nel trascorrere degli anni, anche per mezzo dello studio dei libri di storia, siamo stati abituati alle cesure. Alcune drammatiche (si pensi alle due guerre mondiali, all’11 settembre, tanto per citarne alcune), altre quasi invisibili nel loro apparente modo gentile di introdursi nella quotidianità (la radio, il telefono, la TV e, in anni più recenti, internet con tutta l’impennata di tecnologia ad essa collegata). Prendendo un attimo come “cattivo esempio” la TV, non possiamo non tenere conto del fatto che abbia aperto un canale di comunicazione diretta e molto più influenzante di quanto possa essere stata la radio. In questo nuovo modo di comunicare le informazioni venivano sovrapposte alle immagini. E l’immagine sappiamo che resta impressa nelle menti più delle parole. Attraverso la TV si sono generati i media, altro realtà dall’ambigua valenza: essere a loro volta influenzati e influenzare l’ascoltatore. A tal proposito il sociologo/filosofo canadese Herbert Marshall McLuhan nei suoi scritti si è spesso occupato dell’impatto dei media sulla società. Nel lontano 1951, dall’introduzione del suo saggio d’esordio La sposa meccanica, possiamo leggere un pensiero destinato e restare, nei suoi toni inquietanti, di una drammatica attualità:

“La nostra è un’epoca in cui, per la prima volta, molte migliaia delle menti individuali più preparate si sono dedicate a tempo pieno al compito di penetrare all’interno dell’opinione pubblica. Lo scopo è di entrarvi per manipolare, sfruttare e controllare. L’intenzione è di provocare una forte reazione, non un chiarimento. E l’effetto di molta parte della pubblicità e, ad un tempo, degli spettacoli ricreativi è di mantenere ciascuno in uno stato di impotenza prodotto da un prolungato bombardamento della mente.

Questa riflessione, che possiamo chiamare anche “strage di galline”, dice molto di come possono venire utilizzati i canali di comunicazione da un potere, anche attraverso le forme apparente innocue della pubblicità e dell’intrattenimento. Quindi questi svaghi vestono l’abito dell’informazione divertente, del consiglio intelligente, della sicurezza di cosa comprare. Siamo sicuri che sia tutto per il nostro bene? È necessaria una digressione, per ricordare che Sallustio, nel Bellum Catilinae, attraverso i discorsi che Catilina pronuncia, ha fatto affiorare i motivi della crisi che da lungo tempo imperversavano nello Stato romano. E questi motivi sono sempre i soliti, che attraversano i millenni, ovvero: pochi potenti che monopolizzano cariche politiche e ricchezze, sfruttando, naturalmente, i popoli dominanti; una massa senza potere, priva di prospettive future e coperta dai debiti. Questo esempio che porto è molto lontano da noi, circa tra il 43 e il 40 avanti Cristo, ma si notano forti analogie con il presente: le relazioni politiche ed economiche sono le medesime da sempre. Ecco, questa è la storia destinata a ripetersi di questo mondo per noi provvisorio e della sua umanità della quale, per forza, facciamo parte, influenzata e indotta nel supportare in buona fede lo sviluppo economico invece che un progresso benefico alla qualità della vita. La bontà e l’altruismo sono cosa rara e per pochi e, ragionevolmente, trovano poco spazio dove il profitto è imperante e le riunioni di volpi servono a far strage di galline. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Per l'immagine in alto: credit: ©Freepik

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