Parliamo dell’appello di Piazza Pulita a Meloni e Salvini, quando Corrado Formigli li ha invitati pubblicamente a prende parte al dibattito politico.
Giovedì 13 aprile, in apertura di programma in onda su La7 in prima serata, Corrado Formigli si è rivolto ai leader dei due partiti di maggioranza chiedendo loro di fornire pubblicamente le ragioni del boicottaggio alla partecipazione al programma Piazza Pulita che i vertici delle rispettive formazioni politiche avrebbero imposto a tutti i loro funzionari o rappresentanti.
Piazza Pulita, l’appello di Formigli a Meloni e Salvini per i telespettatori senza rappresentanza politica
Tra i valori menzionati dal giornalista spiccano la libertà di informazione e la necessità di partecipare la dibattito pubblico per il bene comune. Ha colpito la nostra attenzione, in particolare, la richiesta di maggior rispetto per i telespettatori del programma, cioè i cittadini ed elettori.
Crediamo che l’appello di Piazza Pulita a Meloni e Salvini, in tutta la sua argomentazione, sia degno delle migliori considerazioni e vediamo in quest’ultimo appunto la riprova di equilibrio da parte della Redazione, buona deontologia e garanzia di pluralismo. I primi a essere penalizzati sono infatti proprio i telespettatori che si riconoscono nei partiti di Fratelli d’Italia e della Lega. Ci sembra di poter ricavare un significato dalle parole di Corrado Formigli: boicottare di fatto un confronto e un dibattito equivale a censurarli. Certamente una censura tecnicamente corretta, consequenziale, indiretta, ma pur sempre una censura.
Giorgia Meloni ha invocato il pluralismo, ma lo sta alimentando? Chi e come contrasterà la sbandierata egemonia culturale della Sinistra?
Invocare il pluralismo (come ha fatto Giorgia Meloni in questo editoriale, giusto per fare un esempio) per poi sottrarsi significa ridurre prima di tutto la propria richiesta di garantismo, passata e futura; si indebolisce la propria parola e il proprio pensiero, perde di valenza civica la funzione di chiedere il rispetto al proprio diritto di partecipazione, di ascolto, di considerazione. Ma i diritti in democrazia non sono strumenti, e c’è chi ce li riconosce comunque. Sfilarsi dal confronto denota, altresì, l’idea della partecipazione al dibattito unicamente come funzionale alla propaganda politica fin tanto che non si ha il potere, potendone fare a meno quando si è raggiunta la posizione desiderata. È controproducente, per altro – ed ecco un altro modo per inficiare le proprie affermazioni – quando si volesse tentare di contrastare l’egemonia culturale della Sinistra, dimostrando che in realtà o non esiste, oppure non è così grave come affermano da doversi impegnare per neutralizzarla in tutte le occasioni utili.
Se è in effetti un boicottaggio quello messo in atto da Fratelli d’Italia e Lega, si presume che esprima una risposta a un gruppo di lavoro che ritengono sia di parte, cioè di Sinistra. Non sappiamo se la Redazione tutta intera lo sia, o se lo siano gli autori del Programma, ma se lo fossero, non è curioso che proprio questa Sinistra egemone chieda loro di esprimersi? Hai visto mai che quella che loro considerano egemonia non sia in effetti la semplice capacità di dibattere?
La nostra voce si unisce all’appello di Formigli, nella speranza che il dibattito pubblico sia sempre alimentato da tutte le forze politiche, che tutte le opinioni siano pronunciate. Nell’interesse di tutti e di ciascuno. ©RIPRODUZIONE RISERVATA