Nel nostro Paese avvengono discriminazioni tutti i giorni. Di esclusi e di emarginati ce ne sono tanti, su vari piani del vivere quotidiano. I contratti atipici supportati da politiche neoliberiste – sfrenate, competitive, antisociali per loro stessa natura – generano nuove forme di schiavitù. La Scuola è tutt’altro che inclusiva: dopo la futuribile legge 517 del 1977 che metteva fine alle classi differenziate non è accaduto più nulla per renderla circolare e meno trasmissiva. La Sanità ha subito tagli vergognosi e sempre meno cittadini nutrono fiducia verso il sistema pubblico, che non riesce a garantire pari assistenza a tutti, e i governi, giustificandosi con imbarazzanti accuse verso il costo della vita che proprio loro dovrebbero risolvere, spingono gradualmente la popolazione verso la sanità privata, con disuguaglianze sempre più gravi tra chi può permettersela e chi no.
Questi sono solo alcuni esempi di discriminazioni. Alcuni fanno il possibile per combatterle e nel dibattito pubblico, più o meno si rintraccia – almeno a parole – ancora qualche blanda parvenza di valori su cui fare leva. Ma c’è una discriminazione che si protrae col benestare della stragrande maggioranza delle forze politiche, istituzionali, della popolazione; una discriminazione su cui il dibattito assume l’inquietante faccia del pensiero unico. È la discriminazione della Massoneria. Occuparsene può sembrare di parte ed è invece necessario denunciarla perché si porta dietro, a cascata, i principi stessi di cittadinanza, di libertà, di associazionismo e molto altro. Una discriminazione che pochi, pochissimi in Italia hanno il coraggio e l’onestà intellettuale di combattere, non capendo che quella della Massoneria è la cartina tornasole perfetta per rilevare la voragine di garantismo e tutela del cittadino nell’Italia che si dice democratica.
Sono talmente pochi a combattere questa discriminazione che certe dichiarazioni di apertura si perdono nel volume di chiacchiere dei detrattori della Massoneria. Come quella del critico d’arte Daniele Taddei, pubblicata appena ieri, che nel nostro piccolo contribuiamo a rilanciare perché ha il valore della testimonianza.
L’ennesimo fatto increscioso nel nostro Paese che condanna la libera appartenenza ad un’associazione come la Massoneria, riguarda il candidato al Comune di Siena Emanuele Montomoli. Nelle scorse settimane si è dichiarato massone e questo ha fatto avviare una campagna di allontanamento della sua persona cui è nato un dibattito con non pochi segnali di intolleranza. E se alcune forze politiche la usano come strumentalizzazione (almeno, a suo dire), la popolazione che già ne sente tante sulla Massoneria senza mai un pensiero critico che commenti i fatti di cronaca, sviluppa diffidenza e alimenta il pregiudizio.
Questo di Montomoli è solo l’ennesimo aneddoto che coinvolge gli appartenenti a questa antica istituzione. Non tocca a me svolgere la difesa di queste Associazioni, non è di questo che si tratta – hanno validi difensori per farlo – ma da laico quale sono mi pongo una serie di riflessioni che voglio condividere.
Quella contro la Massoneria è una discriminazione accettata che si protrae contro i diritti sanciti dalla Costituzione
Con queste campagne sono violati molti principi democratici, alcuni tutelati, non a caso, dalla Costituzione, ma sopratutto è intaccata la libertà personale. Sono infatti perseguitate le idee, si criminalizza la libertà di associazione, si vìola il diritto alla privacy. Dove sono finiti il garantismo e la libertà in questo Paese? Non vorremmo tornare ad un nuovo periodo di oscurantismo.
Bisogna difendere la libertà. Uno dei modi per difendere la libertà può essere quello di opporsi da parte di tutti tenacemente con pensieri, parole e azioni contro qualsiasi imposizione, da chiunque venga, verso chiunque sia rivolta, affermando il libero arbitrio di ogni singolo cittadino.
Oggi, purtroppo, con questi fatti vengono meno anche il concetto di tolleranza e di laicità del nostro Paese. Mai come oggi la laicità sembra lontana dalla pratica quotidiana; prevalgono i suoi critici che sono spesso i dogmatici e i fondamentalisti, in qualsiasi campo agiscano.
Massoneria: una discriminazione che significa molto altro. Attaccarla vuol dire disconoscere la ragione stessa per cui laicità e dignità dell’Uomo hanno fatto la loro comparsa nella storia
Diventa più urgente ritrovarne le ragioni. I valori laici che hanno rappresentato i fondamenti della Massoneria si sono fatti paladini delle lotte di liberazione dalle schiavitù; dal ripristino della dignità dell’uomo, ovunque fosse nato e collocato; dell’autodeterminazione dei popoli contro le dittature; della libertà di associazione; di costruzione dello Stato laico; delle società di mutuo soccorso per difendere i lavoratori dal rischio del lavoro non tutelato.
Quei valori hanno garantito i diritti fondamentali della persona con il notevole contributo offerto nella stesura della Carta dei Diritti dell’Uomo. In tal modo si sono ampliate le varie libertà, da quello di pensiero a quello di associazione, e tali principi insieme ai diritti di cittadinanza, sono stati riconosciuti e garantiti poi nelle costituzioni di molti Paesi.
Ridefiniamo il senso della cittadinanza nel rispetto delle libertà e dei diritti. Ristabiliamo il principio di giustizia secondo il quale le responsabilità penali sono sempre personali e mai di intere categorie o appartenenze
Vi è la necessità, proprio alla luce di questi ultimi accadimenti, di una ridefinizione dei diritti di cittadinanza e di un riequilibrio fra diritti soggettivi e diritti sociali. Bisogna riaffermare tolleranza, dialogo, pluralismo delle idee, diritti, legalità, perché si ha l’impressione che tutti questi concetti siano stati, fino ad oggi, impiegati sì, ma senza dare loro il vero significato.
Il compromesso, l’etica, il laicismo, il proporre, la democrazia della partecipazione, il rispetto del pensiero altrui, la libertà dell’individuo in qualsiasi campo la si affermi, sono tutti principi contenuti nella storia delle nazioni europee e sono suffragati dal trinomio (Libertà, Uguaglianza e Fratellanza), su cui si è costruito, almeno in Europa, il modello di società coesa e solidale.
La convivenza civile è fatta di coesione, di rispetto dei valori e delle idee altrui come pure del rispetto delle regole che ci si è dati tutti assieme. Purtroppo oggi, con questi fatti, nei rapporti sociali e civili prevale l’intolleranza, che comunque si manifesti, non è accettabile, ma purtroppo, nel nostro Paese, c’è e si vede in molte forme. Se dovesse affermarsi definitivamente questo sentimento, la conseguenza sarebbe quella di scardinare il principio della libertà e il sistema di regole, anche quelle Costituzionali.
In ultimo, proprio in termini di garantismo, è necessario ribadire che il Diritto è strutturato in modo tale che le responsabilità penali siano sempre, giustamente, personali. Non si può perseguire un’intera categoria per gli illeciti di alcuni. A tal proposito vale riproporre le domande che un precedente articolo di questo settimanale avanzava subodorando ragioni ideologiche per attaccare la Massoneria:
Perché non basta scoprire e perseguire “un reato specifico”? Cos’altro si persegue se non i reati? E se c’è altro, per quale ragione se non è un illecito?