È facile a posteriori guardare il Sacre du Printemps di Vaslav Nižinskij con distacco. Siamo ormai abituati alla danza contemporanea, alle sue movenze fluide interrotte da improvvisi scatti articolari; e siamo altrettanto consci di tanta riflessione a supporto di ciò che poi viene esposto al pubblico. Le avanguardie, nei primi del Novecento, hanno iniziato gli artisti ad una pratica di sottile e profonda riflessione riguardo il proprio lavoro. Se prima, ad esempio, la pittura poteva considerarsi un’arte nel senso medievale del termine, con l’inizio del nuovo secolo – dai cui traumi e spaccature non siamo ancora riusciti a cavare più…
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