Ischia e le frane che si portano via lo Stato
Del «piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici» sentiamo parlare come di una chimera. Esiste veramente? Alcuni giurano di aver visto la bozza, altri scuotono la testa scommettendo che non è mai esistita. Chi ha accesso al Palazzo tace sull’argomento. I lavori del parlamento non lo vedono mai all’ordine del giorno. Poi accadono fatti ed eventi tragici come quelli di Casamicciola, Ischia, vittime e dispersi alle cui famiglie ci stringiamo in questo momento di dolore.
Non sappiamo di quale natura sia la frana che ha riguardato questo evento tragico ma gli esperti affermano che «lì si è costruito troppo» e gli ambientalisti indicano il condono del 2018 tra le cause dello smottamento. Stanchi di denunciare quando è troppo tardi, tentiamo di giocare d’anticipo e far presente a questo Governo – che ha una maggioranza tale da non avere scuse e procedere quanto prima con l’aggiornamento del «Piano nazionale» – che un adeguamento deve prevedere anche la lotta all’abusivismo edilizio. Alle difficoltà fisiologiche del nostro territorio, aggravate da un clima che concentra siccità e precipitazioni di cui aumenta la carica distruttiva, si somma l’abusivismo che lo Stato tollera quando c’è di mezzo un’economia locale che gli strizza l’occhio. Abusivismo che vuol dire, lo ricordiamo, non solo case fai-da-te costruite in una notte da cittadini senza scrupoli, ma anche concessioni edilizie elargite dallo Stato, che rendono lui stesso complice e certe strutture legali sul piano formale ma criminali nei risvolti. Case e strutture di vario tipo costruite in luoghi ameni, spesso per dare vita a un turismo d’impatto ma senza criterio. Se lo Stato latita a monte non potrà fare molto a valle, quando la frana se lo sarà portato via con tutto il resto. ©RIPRODUZIONE RISERVATA