Tribunali senza diritto. Dalla Santa Vehme ai Megadati. Ecco perché i complottisti potrebbero avere ragione

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Francisco Torreblanca era un insigne giurista di Cordoba, e criminologo, che nella sua Epitome dei delitti, ovvero delle magie in cui apertamente o occultamente interviene il demonio descriveva con accuratezza tutte le fattispecie di reato che il demonio sembrava direttamente ispirare, come il cannibalismo, l’infanticidio rituale, giù fino alla condanna del semplice ( sebbene sempre drammatico per il corpo femminile ) aborto, come pratica demoniaca.

Reprimere il male non lo estingue, anzi lo pianta con tutta la forza possibile

Nel Seicento il più delle volte erano i Parlamenti – cioè i Tribunali – cittadini composti di laici ad occuparsi dei processi per stregoneria; non era necessario che passasse in tutte le città di provincia l’itinerante Santa Inquisizione…

Alla luce dei progressi attuali sappiamo, oltre ogni possibile dubbio, che era un modo di cavarsela molto a buon mercato quanto alla questione del male. Tutta la repressione più sanguinosa non è riuscita ad estirpare il male dal mondo ma, proprio al contrario, sembra averlo piantato con tutta la forza possibile; e con enorme energia proprio la Santa Persecuzione ha preparato le condizioni di una formidabile escalation della crudeltà, che nel XX secolo sembra aver toccato il suo picco più alto con le guerre mondiali e con la Shoah.

L’esempio dello sterminio dei Catari

L’idea, ad esempio, che si possa sterminare un’intera comunità per combattere l’eresia e la pazzia religiosa proviene direttamente dalla crociata contro gli Albigesi, conclusasi con lo sterminio dei Catari.

Uomini santi e pieni di devozione hanno torturato e strappato carni, unghie, denti e cavato occhi, mutilato membra, bastonato a morte e bruciato corpi umani e opere del pensiero umano nel disperato tentativo di estirpare il male dalla Terra. Al contrario, lo hanno piantato più profondamente ed hanno seriamente rischiato di renderlo invincibile.

Poi siccome nemmeno le cose più riprovevoli durano per sempre, anche quelle generazioni di autentici invasati hanno dovuto congedarsi dalla vita; per fortuna di tutti la loro follia è stata sepolta nel più profondo abisso dell’indifferenza, sigillata nell’oblio se non andassero di tanto in tanto, gli storici, a far visita a quelle voragini di infamie.

E ad ogni modo il cammino delle persecuzioni non si è mai interrotto, ma piuttosto perfezionato. Il Sant’uffizio e il potere giudiziario come evoluzione dell’Inquisizione e della Santa Vehme

La continuità culturale della nostra storia rende assolutamente prioritario ed indispensabile il ricorso costante alla persecuzione. Tutto procede dalla progressiva mentalizzazione della civiltà, che deve muovere da un maximum di materialità ed istinto al suo opposto, la smaterializzazione della cosa e la sua scomposizione in immagini mentali; di conseguenza la persecuzione si trasforma da bassa macelleria in individuazione e neutralizzazione dei potenziali produttori di pensiero divergente.

Ciò ha corrisposto, in Europa occidentale e centrale, alla trasformazione dell’Inquisizione in Sant’Uffizio – quest’ultimo specializzato nella persecuzione di opere ad alto contenuto innovativo, contrarie alla cultura ammessa come dominante – e della Santa Vehme in potere giudiziario – organo ufficiale di persecuzione dei reati penali e degli autori di questi.

Il moderno ordine giudiziario, con tutti i suoi apparati inquirenti e giudicanti, non può nascondere i precedenti di arbitrio e terrore dei “franchi giudici” e la loro connessione con i “franchi conti”. Queste autorità di origine nobiliare-feudale perseguivano, con inflessibile ardore e brutale violenza, sia i reati più comuni che la pura e semplice eccentricità.

Nell’antica visione aristocratica la società deve, per sopravvivere e durare nel tempo, essere “organica”, ossia subordinare ogni individuo e le sue individuali aspirazioni alla vita e alla salute di un organismo sovra-individuale; ogni di-vergenza deve essere interpretata come un sintomo di potenziale malattia e disgregazione di questo super-individuo, comunitario e stabile.

Che il potere religioso cooperasse o meno, condividesse o meno questa visione organica assoluta, già alla metà del Quattrocento, quando la Santa Vehme si era ridotta a contenere le proprie operazioni nella sola Westfalia, era cosa di secondaria importanza.

La convinzione, ripeto, assoluta, di giudicare secondo coscienza nell’interesse di una comunità totalitaria, rende perfino l’esistenza oggettiva del delitto molto variabile. L’ unico reato che potesse presentarsi sotto molteplici aspetti particolari – e sicuramente da perseguire – era la rivolta contro l’individuo collettivo, operata attraverso il perseguimento di interessi individuali. È appena il caso di notare che i mezzi per perseguirli risultavano leciti o illeciti in primo luogo per una decisione del sovrano, e solo secondariamente per la loro conformità alla morale astratta.

Fu proprio a partire da questi eventi, coperti e misteriosi ma, nonostante fossero limitati ad un’unica regione germanica, di vasta risonanza, che si venne formando la leggenda nera della giustizia come arbitrio puro, fondato esclusivamente sulla violenza; esaltazione di una società di coesione dove pochi si arrogavano il diritto alla persecuzione di molti.

Per l’aneddotica, sembra che la famigerata macchina da tortura della Vergine di Norimberga derivasse proprio da un’invenzione di membri della Vehme dell’ordine inferiore dei “franchi giudici”, per meglio straziare le carni degli inquisiti.

Quella attuale non è una società ‘organica’ ma potrebbe riavere la sua Santa Vehme in versione informatica. Potremmo essere perseguitati senza bisogno di accusa, per il solo fatto che la somma delle nostre scelte rappresenta la nostra anima.

In un’epoca individualista come l’attuale, una Santa Vehme restaurata avrebbe un’infinità di procedimenti da celebrare e di tormenti da infliggere. Nelle nostre metropoli lo spirito di comunità è appena presente fra qualche istituzione religiosa e qualche afflato laico, perlopiù di indirizzo fortemente politicizzato. Per il resto, fra la gente comune e priva di tendenze speciali, la comunità organica pare solo un lontano ricordo che nessun ripensamento nostalgico sembra in grado di rivitalizzare… Però, in un tale contesto di secolarizzazione della vita quotidiana, una Vehme ben insediata nella burocrazia potrebbe, con un certo impegno, mettere a punto una macchina persecutoria – e non necessariamente, anche se può tornare utile, accusatoria – che attinga ai Megadati e in grado di tracciare tutte le nostre interazioni realizzate con strumenti informatici.

Le basi del complottismo possibile
Immagine di Freepik

Tu dunque saresti perseguitato poiché la totalità delle tue scelte rappresenta direttamente la tua anima, senza la ormai inutile mediazione del corpo. Il corpo col suo carico di atavismi, di somiglianze, di manipolazioni risultanti da pratiche atletiche o chirurgiche, dai cambi di sesso, coperto oltretutto di segni e messaggi della moda e del clan di appartenenza, non è mai stato mimetico e mutante come oggi. Non sorprende quindi che siano già operativi programmi di ricerca che si propongono in prospettiva di farne a meno del tutto, sostituendolo con un cyber-soma intercambiabile, cosa che in piccola misura accadeva ieri con Second life e accade oggi con la cosiddetta realtà virtuale.

Le scelte ed i desideri sembrano invece un’istantanea abbastanza accurata dell’interiorità. Ma questo tipo di osservazione da remoto ha anche qualche notevole limite. Le scelte che facciamo, le cose verso cui muoviamo o da cui non riusciamo a tenerci lontani ancora una volta non sono noi, ma soltanto la stazione d’arrivo della nostra meccanica desiderante.

Provo a dirla in altro modo: quando non vogliamo essere strettamente noi stessi noi desideriamo essere auto sportiva… villa con piscina… vacanza esotica… il divo o la diva che tutti desiderano.

In questo modo la traccia che lasciamo è come l’ impronta – ben definita, magari ancora calda di presenza – che una persona lascia su un letto su cui ha dormito e non sia ancora stato rifatto.

Se tuttavia l’Agente Persecutore Neutro scambiasse quell’impronta per la persona, otterrebbe un suo calco senza neppure il fastidio di comprenderne l’anima, il carattere, l’irriducibile individualità.

Ecco le basi del complottismo possibile. Un possibile tribunale segreto moderno? Raccoglierebbe dati, senza pubblicizzare un’indagine. Ecco perché è probabile che già esista e sia al lavoro

Si tratta di un negativo; e se il moderno Tribunale Segreto si limitasse a costruire un’immagine del perseguitato da questo negativo, otterrà una profilazione passiva che potrà tornare utile quando deciderà di volgerla in persecuzione attiva. Il Santo Tribunale può raccogliere una grande quantità di elementi senza dare alcuna pubblicità all’indagine, senza influire minimamente sulla sfera vitale dell’ imputato, lasciando dormiente la leggendaria ferocia della setta dei “franchi giudici” fino a quando non deciderà di risvegliarla per utilizzarla.

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