Si fa chiamare La Giustizia per Ali (Edalat-e Ali) il gruppo di hacker che in Iran sostiene le proteste giunte alla quarta settimana, scoppiate con la morte di Mahsa Amini (secondo le autorità locali morta per malattia e non per le percosse) e che è riuscito a impossessarsi per una manciata di secondi di un canale della televisione di Stato per mostrare l’immagine di Ali Khamenei, Guida Suprema del Paese, accerchiato dalle fiamme e col segno di un mirino sulla fronte.
Brucia tra le fiamme Ali Khamenei
L’immagine artefatta che lo mostra mentre arde nel fuoco della condanna morale è andata in onda durante un notiziario, interrompendolo, accompagnata da queste parole: “Il sangue dei nostri giovani sgocciola dalle vostre dita”, e poi, un altro messaggio: “È tempo di mettere via i vostri mobili […] e trovare un altro posto per la vostra famiglia fuori dall’Iran”.
A proposito del movimento di queste proteste, l’ANSA afferma sia il più grande dopo quello che è stato organizzato contro l’aumento del prezzo della benzina nel 2019. Non stentiamo a crederlo, stando alle immagini che giungono in questi giorni nonostante le autorità abbiano cercato in tutti i modi di reprimerlo.
Che qualcosa si stia davvero muovendo nelle coscienze di questo Paese? Lo speriamo con tutto il cuore. Siamo vicini alle donne e alla loro lotta per la libertà, e agli uomini di buona volontà, che sono ovunque, anche in certe terre dove il progresso non c’è ancora ma preme per affermarsi.