I compiti a casa

Compiti delle vacanze? Sempre troppi, a dispetto di strategie didattiche innovative disponibili

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Rovinano le vacanze degli studenti e le ferie dei genitori: i compiti a casa, ancora troppi. Vediamo qualche dato su una delle più odiate cattive abitudini della Scuola italiana

Ma quanto è bello quando la scuola finisce e si va in vacanza? I nostri figli non stanno nella pelle, non vedono l’ora di svagarsi senza pensieri. Ce lo ricordiamo ancora quanto era brutto, quando toccò a noi, metterci a faticare in piena estate invece di giocare? Ebbene, nulla è cambiato. La Scuola italiana continua a infliggere queste rotture colossali a studenti e studentesse di ogni età. I compiti per le vacanze, e in realtà i compiti a casa anche d’inverno, nonostante le molte ore di studio passate in classe, sono ancora troppi. L’annuale Osservatorio sui Compiti delle Vacanze del portale Skuola.net tira le somme e fa il punto: 8 studenti su 10 nelle scuole secondarie, infatti, ne hanno ricevuti molti anche quest’anno, troppi: solo il 33% degli studenti giudica il carico di lavoro equo o addirittura insufficiente – saranno i soliti baciapile oppure dei timorosi nel dire quello che pensano?

L’indagine è stata condotta su un campione di 1.000 studenti di scuole medie e superiori, che purtroppo conferma un uso non troppo illuminato di questo strumento didattico nonostante la pedagogia internazionale più avanzata abbia da tempo escogitato metodologie didattiche innovative che potrebbero risolvere il problema. Mettiamo qui un link per chi vorrà consultarle e farsi venire qualche idea. Per ora, anche tra i genitori aumenta il malumore: l’11% degli studenti riporta il fastidio proprio delle mamme e dei papà perché i compiti dei figli rovinano anche le loro ferie, mentre il 23% preferirebbero adattarsi al bisogno del figlio di svolgerli purché siano pochi. Circa 1 famiglia su 3 si schiera, in modo più o meno moderato, contro gli esercizi estivi.

I dati, poi, ribadiscono un’altra cattiva abitudine. Riporta l’agenzia stampa 9Colonne: il 30% ha ricevuto dei “supplementi” alla lista dei compiti per le vacanze dopo la fine della scuola, a cui si aggiunge un ulteriore 26% che ha visto la lista lievitare sostanzialmente nel corso delle vacanze, con le comunicazioni che sono arrivate spezzettate tramite il registro elettronico. Significativo, qui, il divario tra scuole medie e superiori: se tra i più giovani appena l’11% ha ricevuto la maggior parte dei compiti fuori tempo massimo, tra i “grandi” il dato sale al 32%. Solo il 40% degli intervistati ha potuto conoscere tutte le assegnazioni per il periodo di sosta entro la fine delle lezioni, senza brutte sorprese successive. A riprova che la recente circolare emanata dal ministro Valditara sul tema – tanto contestata dai docenti come lesiva della libertà di insegnamento – fosse necessaria e che probabilmente servono provvedimenti dal carattere ancora più cogente. La missiva ministeriale invita, infatti, i professori a usare maggiore buon senso nella gestione dei carichi di studio, e a calibrare interrogazioni e verifiche, raccomandando inoltre di non assegnare i compiti sul registro elettronico dopo la fine delle lezioni.

Le materie scolastiche che ne assegno di più

In testa l’Italiano, indicato dal 36% degli intervistati. Seguono Matematica (25%), Lingue Classiche (19% secondo i liceali), Lingue straniere (10%). Scienze, Filosofia, e tutte le altre materie assegnano una quantità marginale di compiti a casa. In compenso, per organizzarsi e coniugare studio e tempo libero i giovani studenti sviluppano doti non da poco. Veri e propri piccoli manager della sopravvivenza. Ma è vero? No, per niente. A poco più di un mese dalla fine della scuola, infatti, quasi 8 studenti su 10 si mettono le mani nei capelli: il 45% ha fatto meno della metà dei compiti, il 34% non li ha nemmeno iniziati. E se il 14% dice di essersi portato avanti, appena il 7% dice di averli finiti o giù di lì. Il 74% degli studenti confida che riuscirà a completare (o quasi) i compiti entro settembre, mentre il restante 26% già sente nelle orecchie i rimproveri dei professori. Se solo più insegnanti proponessero i cosiddetti “compiti creativi”, non avremmo molto di cui preoccuparci, oggi. Il 35% degli studenti potrà in compenso unire svago e apprendimento grazie ad attività alternative assegnate da pochi docenti “illuminati”: dalla scrittura del classico diario delle vacanze alla visione di film a tema, fino alla creazione di contenuti multimediali ispirati a opere d’arte o personaggi storici. Tutto fa brodo, pur di allentare un po’ l’ansia da compiti. Non a caso, questo tipo di attività registra un tasso di completamento quasi totale, a differenza delle assegnazioni tradizionali. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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