Succede di notte. Francesca Rucco recensisce il romanzo d'esordio di Valeria Montebello

Ecco cosa… “Succede di notte” nella scrittura di Valeria Montebello e nella nostra coscienza di lettori e lettrici

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Succede di notte, la disgregazione dei rapporti personali

Succede di notte è il romanzo d’esordio di Valeria Montebello, pubblicato per Feltrinelli nel settembre del 2024. La scrittrice si impone con uno stile schietto e diretto, dando vita a un libro che va ad affrontare i problemi generazionali dei Millennials: il passato è analogico e il presente è digitale, tecnologico, investito di algoritmi e relazioni che appaiono scarne e consumate, ancor prima di iniziare.

Succede di notte, la trama

La ventisettenne Azzurra conduce un podcast dal nome Post Love, in cui parla del romanticismo e della sua caduta, parla del nostro presente, fatto di app di dating, di sesso sregolato e randomico con persone che si sono conosciute poco prima su instagram, di rapporto refrattari.

Il romanzo è diviso in linee temporali differenti: c’è l’Azzurra del presente e l’Azzurra del passato, arrivata a Cambridge assieme alla sua migliore amica, Alba. I corsi di poesia e le persone che incontra saranno tutti tasselli importanti per comprendere – o comprendere ancora meno – la sua personalità. Azzurra si sentirà sempre un po’ al di fuori di tutto, a una ricerca pigra e lenta di qualcosa che possa elettrizzarla. Difatti, “ricerca”, in realtà, sarebbe anche un sostantivo sbagliato, perché Azzurra è un’osservatrice costante, non tanto una ricercatrice. Vede il “fuori” attraverso una lente spezzata, che non le consente di sentire e attraversare il reale in modo empatico.

“Quando non stai bene sei più simpatica, almeno parli a macchinetta argomentando le tue lamentale,” disse mentre raggiungevamo il marciapiede fuori dal club. “È vero, quando sto bene non mi sopporta nessuno”. […] “Forse quando stai bene stai male”, continuò.

Il senso di inadeguatezza nell’interagire con il mondo (distante)

Uno dei punti cardine del libro sta nell’inadeguatezza che Azzurra prova nel ritrovarsi a cavallo di una generazione che non è completamente la sua. I suoi coetanei, ovviamente, affrontano lo stesso destino, ma a lei sembra toccare così tanto che decide di creare un podcast, parlare delle differenze nella percezione dell’amore, dei sentimenti, che investono in modo totalmente diverso le nuove generazioni. Azzurra fa continuamente un’autoanalisi introspettiva e psicologica della quale non sembra essere sempre al corrente, mettendo insieme le storie strane di cui sente parlare e le sue, le colleziona, le chiama “Piccole larve”, infestano sempre i suoi pensieri. Tuttavia, se ci aspettiamo un personaggio che affronta questo cambiamento a testa alta e con pochi dubbi, qui ci troviamo all’esatto opposto.

“Ho capito, ma mi sembra orribile vivere senza speranze come fai tu”. “Tutti vivono senza speranze.”

Il personaggio di Azzurra è un misfit da commedia, un’ombra che cerca di diventare una persona, passando per tutti i passaggi fondamentali e scontati della società, pur continuando a non sentirsi parte di niente. Intrecciata con l’Azzurra del passato, piano piano si scopre da cosa sorgono i suoi dubbi, le sue paure e le sue titubanze, ma in parte comprendiamo anche che è come se fossero caratterizzanti del DNA stesso di Azzurra.

Quello che la scrittrice ci pone è la visione di una creatura che a volte non sembra saper usare gli arti, la bocca, il corpo, per comunicare ciò che vorrebbe, un alieno dall’aspetto totalmente umano, che però fatica a interagire con un mondo che non sembra fatto su misura per lei. La sua è una condizione stabile di inadeguatezza e anche nel luogo lontano da casa, Cambridge, un luogo a cui aveva dato il simbolo di trasformazione e rinascita, si sente sempre la stessa.

Dovevamo partire da un nostro momento di crisi e di costruirci sopra un pezzo convincente. Io non avevo mai avuto un vero momento di crisi. Ero in crisi perenne, era una cosa normale, un’abitudine. Infatti nel mio non c’era pathos, o almeno un crescendo.

La disgregazione del sesso

In un’interessante intervista di Valentina Farinaccio per InQuiete Festival di Roma, Valeria Montebello parla della visione dei rapporti fisici nel libro, per dare una maggiore comprensione delle sue scelte stilistiche e narrative e consolidare le scelte di Azzurra nel romanzo.

Il sesso […] adesso è solamente un problema da risolvere, o da attraversare in qualche modo, e questo è molto interessante, perché fa vedere una serie di situazioni e problemi che sono reali e che magari non sono mai stati rappresentati in quel modo lì. Anche qui, però, ci sono solo scene di sesso interrotte, dove entra una persona, e quindi le persone devono capire come comportarsi, oppure c’è una scena in cui la protagonista sta facendo sesso con una persona e non si rende conto, siccome ha preso della droga, di quello che sta succedendo e potrebbe essere uno stupro, visto dall’esterno, ma in realtà poi la protagonista dice: “Mi sono drogata da sola, nessuno mi ha messo niente nel bicchiere, sono io che mi sono messa in questa situazione”. Penso che il sesso sia raccontato in modo traumatico, anche sui social, su tiktok, su instagram, si parla quasi solo di storie dell’orrore legate alle relazioni e al sesso.

Un altro punto fondamentale del romanzo è, infatti, il rapporto nei confronti del sesso, come esso viene trasformato e recepito dalla protagonista. L’avvicinarsi dei corpi non appare mai romantico, sentito, piacevole, ma come una realtà che appare distante come il mondo reale che le sembra sempre più ostico.

Il sesso, per Azzurra, non è una scoperta del suo corpo attraverso quello dell’altro, ma una dolorosa accettazione del non sentirlo come qualcosa che è tangibile e reale; appare invece come costruito, artefatto, donando al lettore un effetto orrorifico di dissonanza. La presenza di Azzurra si offusca in quei momenti, anziché sentirsi risaltata ed è l’ennesimo concetto di sfaldamento dei miti ai quali il romanzo ruota attorno.

Continua, la scrittrice, nell’intervista:

[…] Tutti questi termini nuovi che escono una volta al mese e sono tutti in inglese: ghosting, gaslighting, situationship, tutti definiscono qualcosa di negativo; non ce n’è uno che definisca una cosa gioiosa per quanto riguarda le relazioni e il sesso. Sono tutti termini che indicano attenzione, paura, in ogni angolo può esserci qualcosa di tossico e problematico. Il libro segue un po’ questa scia.

La vicinanza con l’altro appare quasi sempre più lontana ed è nei momenti di maggiore intimità che si avverte questa distanza concettuale. Ognuno è concentrato su di sé, sui propri traumi e sulle proprie debolezze, così tanto da rendere il legame con l’altro qualcosa di non esistente, di falso e ipocrita.

[…] Siamo cresciuti così, con l’uomo che deve portare la rosa rossa, deve pagare il conto al ristorante… questo testimonia la fine di questo periodo, però sarebbe interessante parlare anche della parte costruttiva: cosa significa oggi il romantico? Che cos’è oggi il corteggiamento? Mettere un like su instagram?

Eppure, è questo ciò che l’essere umano continua a fare: anche quando si rende conto, come Azzurra, che i rapporti si stanno divorando l’uno con l’altro, diventando una mostruosa macchina fittizia, tende la mano, nella speranza di trovare uno specchio che mostri una realtà che non sembra più raggiungibile; un alieno che sia fatto come lei, che repudi il mondo, ma che al tempo stesso cerchi disperatamente di entrarci dentro, di diventarne parte, per non sentirsi perennemente solo.

Il mondo stava per finire, l’ordine sociale si stava sgretolando, il capitalismo stava rosicchiando ogni piccola parte dei nostri corpi e delle nostre menti, ma tutto si riduceva al fatto di voler morire con accanto qualcuno che le tenesse la mano.

I personaggi di Valeria Montebello: allegorie di traumi irrisolti

I personaggi di Valeria Montebello appaiono come allegorie di traumi irrisolti.

Avevo sentito la parola trauma un milione di volte. Come se tutti avessero appena imparato quell’insieme di lettere e avessero capito che conteneva al suo interno un allarme. Tutti avrebbero smesso di fare quello che stavo facendo, si sarebbero girati all’istante per sentire quale dramma ti fosse capitato.

In modo cinico e autentico, la scrittrice è in grado di mettere sulla scacchiera narrativa di Succede di notte dei personaggi che sembrano combattere fra di loro in una lotta di supremazia sul chi stia peggio dell’altro. È chiaro a tutti che nel 2024 c’è un’attenzione particolare alla salute mentale dell’individuo, ma Valeria Montebello fa un passo in più e porta sul piatto la voce della verità, guardando anche le zone grigie e d’ombra di cosa significhi parlare così apertamente dei propri traumi con persone più o meno intime.

È anche da questo che si comprende che Succede di notte rientra nella categoria dei romanzi che vanno a indagare i cambiamenti della nostra società, senza la voglia di assecondarli, ma cercando di vederli per quello che realmente sono, ponendosi domande e dubbi. Sarà giusto che ora le cose funzionino così? Quali sono le conseguenze? A cosa portare lo sbattere continuamente con la fragilità dichiarata dell’altro?

In questo quadro analitico, sono molto importanti i personaggi di Carlo e Alba: il primo perché scuote violentemente l’emotività di Azzurra, la seconda perché rappresenta il passato, il caldo rifugio di un luogo familiare e la successiva preparazione alla vita in cui quel luogo appare sempre più inaccessibile.

Il personaggio di Alba e la demistificazione del luogo chiamato ‘casa’ 

Complice del tema della disgregazione dei rapporti personali, il personaggio di Alba rappresenta una svolta importante per il percorso di crescita di Azzurra. A volte capita che ci perdiamo e spesso troviamo un appoggio e un riparo sotto le ali di una persona che ci conosce dall’infanzia. Questo crea nell’essere umano una sorta di dipendenza affettiva che è collegata al suo bisogno di sentirsi ancorati a una dimensione che non è stata tragicamente cambiata dal cambiamento climatico, da quello tecnologico o economico.

Mentre il mondo va avanti e scuote dalle sue ali tutto ciò che non lo fa progredire, noi ci ritroviamo con tutta quella spazzatura sulle spalle e siamo alla disperata ricerca di luoghi che corrispondano ancora alla visione di un mondo precedente, che sia decontaminato, più familiare, “più vecchio” rispetto a quello in cui stiamo vivendo.

Azzurra tornerà nella casa dei genitori per un determinato periodo di tempo, per ritrovare quella stabilità, ma si sentirà solo una larva che non fa più parte di quell’ecosistema e che, anzi, va in qualche modo a rompere la stabilità di due persone che ormai fanno parte di una vita che non conosce più.

Il suo paesino d’origine non ha lo stesso suono, lo stesso odore, la pioggia non cade più allo stesso modo e Azzurra si sente più persa di prima, senza un luogo da chiamare casa. Qui inizia un processo di demistificazione di tutti quei luoghi che riteneva essenziali per la crescita della sua persona e quando il rapporto con Alba diventerà complicato e troppo intenso, Azzurra comprenderà che non ci sono porti sicuri a cui aggrapparsi.

Ciò che chiamiamo “casa” non può essere un luogo troppo al di fuori di noi, perché non c’è alcuna certezza che non cambi, che rimanga statico come vorremmo facesse. Il mondo non riamane statico, le persone non rimangono statiche, tutto ruota in una propria danza che va ad acuire il sentore di estraneità. La parte difficile è proprio questa: comprendere che tutto funziona perché tutto si muove. Il mondo si contorce per trasformarsi e noi in esso.

Succede di notte è un incrocio tra un romanzo di formazione e un’indagine sui rapporti odierni, su quanto ci abbiano cambiato, quanto abbiano influenzato la nostra personalità, la nostra ricerca spasmodica di attenzione, di sapere che esistiamo all’interno di questa rete invisibile, che sembra contare più del tessuto reale.

L’ennesima foto postata alle tre di notte alla disperata ricerca di attenzioni era la testimonianza del mio fallimento totale: come donna, come amante, come femminista.

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