Da sei mesi si parla molto della mostra “Il tempo del futurismo” di Roma, voluta dal Ministero dei Beni culturali. La vicenda è ormai nota. Sembrerebbe che i curatori inizialmente coinvolti siano stati esclusi, altri chiamati a collaborare in corso d’opera. Molto è stato detto, e scritto – se ne è occupata persino la trasmissione di RaiTre “Report”. Dopo tanti riflettori accesi, riflettori di notevole portata, avremmo lasciato che la vicenda andasse chiarificandosi da sé, coi giusti tempi e modalità, ma un articolo ha attirato la nostra attenzione, pubblicato l’1 gennaio da Barbadillo a firma di Antonio Chimisso. Egli scrive…
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