Grazie, oltre alla ormai consueta indifferenza, al festival della canzone italiana (da Monteverdi in poi pretendiamo in questo campo un’egemonia duramente contesa dagli altri popoli), le campagne elettorali di Lazio e Lombardia si sono chiuse, all’antivigilia del voto e alla vigilia del “silenzio elettorale”, in varie forme. Il mio bel tacer, che per confutare il Badoer oggi fu pure scritto è particolarmente gradito, dopo settimane convulse più per i rovelli interiori – avrò fatto bene a mettermi in gioco? Non rischio i residui brandelli di reputazione? Come la gente interpreta l’impegno di qualcuno in politica: passione civile o puro e…
Continua a leggereLe prossime elezioni regionali in Lazio e Lombardia segnano l’ennesimo punto di svolta nella tormentata scena politica italiana, sospesa fra Seconda e Terza Repubblica (Terza, quella che fa riferimento alla ventilata riforma costituzionale in senso presidenzialistico), ed ha meno quel carattere amministrativo che le competerebbe, e molto più un significato esplicitamente politico e complessivo. La tornata elettorale del 12 e 13 febbraio, che darà un nuovo governo alle due regioni più popolose d’Italia (quasi dieci milioni la Lombardia, poco meno di sei milioni il Lazio) sarà ciò che non avrebbe voluto essere, cioè un test nazionale sui rapporti di forza…
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