Quando cominciai a collaborare con le pagine del quotidiano «ilGiornale» un mio amico, scrittore e critico letterario, rise di gusto nel vedere pubblicata la mia prima recensione ai libri per bambini e ragazzi. Non ci rimasi male, quanto mi colpì la sua ignoranza sia della letteratura per ragazzi quale filone sempre esistito e dunque corposo, sia per l’importanza assoluta che ricopre e a cui invece non riconosceva dignità. Ho avuto pietà di lui in quanto è uno che ha cominciato a leggere a vent’anni. Che triste infanzia ha avuto, pensai. Tentai di illustrargli le meravigliose opere scritte per ragazzi e…
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