il mondo delle piante tra mito e realtà

Intervista mitobotanica a Simone Siviero. Il mondo delle piante tra Mito e Realtà

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Ho incontrato Simone Siviero nel 2021 in quel girovagare tra gli scaffali della libreria che, di solito, chiamiamo caso. Nel ripiano dedicato ai libri dell’editore Pentàgora — casa editrice di Massimo Angelini, che, a proposito di miti, come la Fenice è risorta prendendo il nome di Temposospeso — ho scorso il dorso di un libro che ha attirato la mia attenzione: Mitobotanica. Un viaggio nel mondo delle piante tra mito e realtà. La curiosa combinazione di piante, mito e realtà mi ha spinto a prenderlo in mano e così mi si è aperta una piccola fessura sulle passioni di Simone, che dovrebbero essere anche le nostre, di noi tutti. Ho conosciuto Simone Siviero nel giugno del 2023. L’occasione è stata il lancio del nuovo marchio editoriale, quindi la ristampa di Mitobotanica e la presentazione del libro alla decima edizione del Festival della Parola di Chiavari. Lì mi sono trovato ad accompagnare Simone in una lunga chiacchierata che ha sùbito assunto le sembianze del viaggio nei boschi, fra gli alberi, ed è così che la saletta dell’antico palazzo chiavarese che ci ospitava è diventata un altro mondo, dove i fiori sono stati i nostri preziosi accompagnatori. Da quella sorprendente giornata è nata l’idea di inserire nella nostra rubrica dei libri la seguente di questa intervista mitobotanica per comprendere il mondo delle piante tra mito e realtà.

Domanda di rito: chi è oggi Simone Siviero? E da dove arrivi?

Sono nato a Torino, alle cui porte ho abitato per diversi anni. Ma sono cresciuto in Valle di Susa, tra monti e boschi, dove scappavo a rifugiarmi ogni volta che potevo, ogni volta che la città mi soverchiava. Appena ho potuto, mi ci sono trasferito. Amo avere la montagna vicina, a chiudere l’orizzonte, e il bosco e le rocce fuori dalla finestra. Ho avuto la fortuna di poter studiare quello che mi piaceva: la storia antica e la letteratura da un lato, il mondo vegetale dall’altro. E ora cerco di impostare la mia vita all’insegna dell’unione di queste passioni solo apparentemente distanti.

Parliamo di Storie in Spalla. Di cosa si tratta e come è nato il progetto?

Storie in Spalla è il nome che ho scelto per la mia attività quando mi sono abilitato come Guida Ambientale Escursionistica. L’idea è nata quando ho realizzato che non ero fatto per lavorare otto ore al giorno chiuso in un ufficio o in una classe scolastica. Ma Storie in Spalla è un progetto ibrido: non è fatto solo di escursioni, di camminate. Quelle ci sono, e sono essenziali, ma comprende anche educazione ambientale, per-corsi alla scoperta del mondo vegetale e, soprattutto, i libri, quelli che scrivo io e le storie che ci hanno lasciato gli antichi.

Quando hai sentito l’esigenza di immergerti nella natura?

Ho sempre vissuto male in città, e scappavo a immergermi nella natura (o nella lettura…) ogni volta che potevo. Quando è stato il momento di andare a vivere per conto mio, la scelta di circondarsi il più possibile di verde è stata scontata. Dal 2020, quando è nato Storie in Spalla, la natura è anche parte del mio lavoro.

Cosa può insegnare il bosco?

Tante, troppe cose per racchiuderle in un’intervista. Sono cose da provare sulla propria pelle. Tuttavia, se dovessi sceglierne una, direi soprattutto a osservare. Viviamo in una società dell’immagine, continuamente bombardati da foto e video. Guardiamo tanto, troppo. Ma stiamo perdendo la capacità di osservare. Il bosco aiuta a riacquisire questa capacità. Aiuta a rallentare, a porsi domande, a cercare risposte non ovvie e non scontate.

Pensando ai tuoi libri mi viene naturale dire: scrive per tramandare altre vite possibili. Ti ritrovi in questo?

Scrivo perché non posso farne a meno. Scrivo di natura, scrivo di storia, scrivo storie. Ma sì, in fondo scrivo sempre di vita, o di vite. E con queste vite, umane, vegetali o animali che siano, ciascuno può confrontarsi.

Mitobotanica è un libro affascinante. Ingenuamente non immaginavo si potesse viaggiare nel mondo delle piante, tra mito e realtà. Da dove è nata l’idea?

Ti ringrazio! Più che un’idea, è stata una necessità. La necessità di coniugare le due passioni di cui ti parlavo prima. Nello specifico, c’è stato un periodo, dopo la laurea in Tecniche Erboristiche, in cui lavoravo nella redazione di una rivista del settore. Era una rivista scientifica, e, giustamente, mi si chiedevano contributi scientifici. E di scienza scrivevo. Eppure non riuscivo, in ogni articolo che producevo, a non infilarci dentro anche la cultura umanistica. La formazione da filologo mi imponeva di cercare informazioni e curiosità anche nei testi antichi, di recuperare quel patrimonio di conoscenze, di impieghi, ma soprattutto di miti che gli uomini di un tempo hanno legato indissolubilmente al mondo vegetale.

Come vedi le città tra vent’anni? E la vita delle persone?

Obsolete. Sogno un abitare diffuso e un maggiore contatto con la terra. Più campagna, più orti, meno palazzoni e cemento. Vedremo…

Un libro che per te è stato fondamentale?

Uno solo?! Forse il Walden di Thoreau. Ma mi sto facendo violenza perché se ci mettiamo a parlare di libri essenziali potrei non smettere più. Fortunatamente, nel grande tritatutto dell’editoria contemporanea, c’è ancora qualcosa che valga la pena leggere.

Cosa vorresti cambiare di questa società?

Potrei farti un elenco, ma non voglio sembrare troppo antipatico. Mi limito, pertanto, a suggerire l’idea che forse si potrebbe cambiare in primis il modello educativo. Abbiamo bisogno di più connessioni e di più biofilia…


Simone Siviero (Torino, 1990). Dopo la laurea in filologia e in tecniche erboristiche, ha scelto di vivere tra le montagne della Valle di Susa, dove lavora come guida escursionistica ambientale (storieinspalla.it è il suo sito). Tra le sue pubblicazioni Le rondini di Sparta, 2018; L’orto da zero, 2019; Valle di Susa, camminando fra storia e natura, 2020; Mitobotanica. Viaggio nel mondo delle piante tra mito e realtà, 2021 e nuova edizione ampliata 2023.

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