Non criticatemi troppo se, per descrivere la villa-studio-museo di Mario Ceroli immersa nel verde della campagna romana eppure così prossima alla città, salirò nel cielo di immagini speculative senza aver previamente effettuato un decollo; ma è a questo che il grande scultore mi fa sentire obbligato. Mario Ceroli e la forza arcaica dell’arte Mi accorgo già da tempo che i discorsi, come la scrittura e qualsiasi altra forma di trasmissione dell’informazione, possono essere – e il più delle volte sono – esternati, ex-spirati, il che è forse nell’esigenza stessa da cui, in un tempo remoto, sorse il linguaggio. Questa struttura,…
Continua a leggereMolti scrittori e molte scrittrici si sono cimentati nella creazione di contenuti narrativi che intraprendessero un’attenta analisi psicologica della costruzione – e successiva perdita – del sé; Shirley Jackson è riuscita a parlarne toccando corde dell’animo umano che, in gran parte, ci rappresentano tutti, creando un filo rosso che collega la psiche a quella parte inconscia del nostro animo che chiameremo paura. La scrittrice, appartenente al movimento letterario americano del Novecento, si è sempre attorcigliata attorno alle sue muse, che al posto di entità portatrici di ispirazione e creazione, potrebbero farci pensare alle Chere della mitologia greca, gli spirti femminili…
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Credo che ogni artista, quando sceglie il materiale da usare per la sua opera, sia mosso da un’antica voce interiore. Voce senza suono, ma ricca d’immagini archetipe che lo spingeranno a operare scelte assolutamente personali e difficili da spiegare a parole. Metamorfosis, l’arte del cambiamento di Paolo Incarnato Per le sue opere qui fotografate, Paolo Incarnato avrebbe potuto scegliere tra varie essenze di legno, provenienti da diverse lavorazioni, mai utilizzate oppure di scarto o in disuso. Ha scelto di utilizzare le doghe e i fondi di vecchie botti. E le botti sono in rovere, pianta sacra per tutti i popoli…
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