Con questo articolo siamo felici di dare seguito alla lettura che la nostra Paola Maccioni fa dell’opera dello scultore Felice Tagliaferri. Qui è possibile leggere la prima parte dell’articolo [N.d.r.] L’accessibilità e la fruizione dell’Arte richiamano la sua originaria funzione di scrigno di memoria, di trasmissione del pensiero filosofico, religioso, estetico e culturale a cui, come recita l’articolo 27 comma 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente [partecipando] alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici. Vedere con le mani: perché…
Continua a leggereLa sinestesia e l’opera d’arte. Eccoci al quinto appuntamento. Continua il viaggio nella percezione estetica impiegando i sensi come non penseremmo possibile. Superando le disabilità e aprendo nuovi portali nell’esperienza del bello. Se se qui per la prima volta e vuoi anche tu “vedere la Nascita di Venere con le mani” leggi il primo articolo, il secondo, il terzo, e il quarto. “La parola all’immagine” Aby Warburg La parola che accorda Sia per i vedenti che per i ciechi ogni immagine ha almeno tre livelli di significazione. È segno di ciò che riproduce. È segno, una seconda volta, come immagine…
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Chi tra i nostri lettori conosce gli articoli di Gianfranco Rucco, sa che mai si perde in voli pindalici, ma…
Non criticatemi troppo se, per descrivere la villa-studio-museo di Mario Ceroli immersa nel verde della campagna romana eppure così prossima…
Il tatto è una forma di vista ridotta a zero e la vista è una forma di tatto a distanza. Pierre Villey [Il termine] aptico è preferibile a tattile, dal momento che non oppone due organi di senso, ma lascia supporre che l’occhio possa esso stesso avere questa funzione che non è ottica. Gilles Deleuze Si è spesso affermato che la cultura occidentale è dominata dal paradigma ottico, fino a definire l’epoca in cui viviamo “civiltà delle immagini”. La vista viene così collocata non solo al vertice della gerarchia sensoriale, ma anche resa completamente indipendente e avulsa dagli…
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Sinestesia, o del dare rilievo all’arte. Ecco come portare l’arte fuori dai musei La figura retorica che ho usato nel titolo, sinestesia, è il medium che unisce la luce e il buio nella percezione, cognizione e interpretazione dell’opera d’arte. La parola sintetizza le diversità sensoriali ed è il primo passo verso l’integrazione sociale e culturale in cui siamo tutti, reciprocamente, diversamente abili. È tramite la sinestesia che la Nascita di Venere può uscire dal Palazzo degli Uffizi di Firenze, dai manuali d’arte, dai libri, dalle decalcomanie sugli oggetti più disparati e, per quella che è ormai la riproducibilità tecnica dell’opera…
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Introduzione. Ho il convincimento che la fruizione dell’arte, oltre a essere un diritto, sia un catalizzatore che crea nuove opportunità d’interazione e scambio culturale tra i suoi fruitori. Tutt’e due trovano la loro sintesi nella necessità di diffondere una cultura della riduzione dell’handicap, dove handicap ha il significato di ostacolo. Il mondo dell’oscurità spaventa o commuove, crea domande su come sia possibile viverci, ma ormai è un mondo i cui confini appaiono sempre più labili grazie alla tecnologia e, soprattutto, all’aumentata sensibilità sociale, non solo nella sfera pratica e quotidiana della vita, nei confronti delle persone con disabilità. L’ultimo limes,…
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Cari Lettori e Lettrici, tenendo fede all’etica e agli ideali che ci hanno permesso di dar vita a L’ALTRO e…
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L’accessibilità e la fruizione dell’Arte richiamano la sua originaria funzione di scrigno di memoria, di trasmissione del pensiero filosofico, religioso,…
Michelangelo scolpisce la Pietà a circa 22 anni, tra il 1497 e il 1499. È un’opera religiosa, commessa da un cardinale francese che la vuole per la sua cappella privata. È l’unica opera che Michelangelo firma ed è anche quella completamente e compiutamente finita. La struttura del gruppo è piramidale e ha come base la veste del Cristo. Le molte pieghe della veste sostengono morbidamente il corpo di Gesù. Il volto di Maria è giovanissimo e questo portò allo scultore molte critiche per il fatto che la Madre non poteva essere -sembrare- più giovane del figlio. La risposta la troviamo…
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Credo che ogni artista, quando sceglie il materiale da usare per la sua opera, sia mosso da un’antica voce interiore. Voce senza suono, ma ricca d’immagini archetipe che lo spingeranno a operare scelte assolutamente personali e difficili da spiegare a parole. Metamorfosis, l’arte del cambiamento di Paolo Incarnato Per le sue opere qui fotografate, Paolo Incarnato avrebbe potuto scegliere tra varie essenze di legno, provenienti da diverse lavorazioni, mai utilizzate oppure di scarto o in disuso. Ha scelto di utilizzare le doghe e i fondi di vecchie botti. E le botti sono in rovere, pianta sacra per tutti i popoli…
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Parliamo di Berlinguer e Sciascia. Franco Garofalo scrive del loro rapporto contrapposto sulla base dei documenti apprezzabili nell’importantissima mostra in…
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Questo quadro, Le tre spose della pittrice greca Thalia Kerouli, è la sintesi perfetta della metamorfosi della creatura che da femmina dell’età prepubere, diventa bambina-ragazza e quindi donna. Una metamorfosi: un cambio di forma ma non di essenza. La Dea che dà origine e origina da ognuna di noi, non muore mai. Ognuna di noi, a suo modo, trasmette la memoria e il ricordo della Vita precedente: siamo tutte spose, in questo senso. Tutte siamo bambine nel balbettare il giuramento antico della vita che portiamo scritto nel sangue. Nella tela sono fissate le memorie e i gesti che hanno accompagnato il…
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Vediamo oggi se c’è un rapporto tra Massoneria e Patriarcato, quindi quanta libertà ci sia al suo interno per le…
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